Albert il poverello di Forlì

poverello d'assisi

Adesso, fatta la dovuta differenza, con Francesco, poverello d’Assisi, pure Albert, poverello di Forlì. A leggere talune cifre ho subito sentito puzza di bruciato, ho provato la sensazione di essere preso in giro. Mi riferisco ai redditi dei consiglieri comunali di Forlì, resi noti quasi tre giorni fa. Qualcosa non mi quadra, non mi convince e non posso affatto pensare, tollerare che ci sia chi, pur nella veste pubblica, istituzionale di consigliere comunale, ci provi a fare il furbo e a buggerare il prossimo, magari lo stesso elettore che gli ha manifestato simpatia e consenso.

Scorrendo i redditi dei consiglieri comunali forlivesi, sono costretto a concludere che obiettivamente alcuni di loro risultano essere davvero dei gran morti di fame, perché indigenti, poveri in canna, anzi no addirittura costretti alla canna del gas. Eppure, li ammiro questi politici nullatenenti: nei loro panni non avrei, certo, testa per pensare alla politica, preferirei darmi da fare per contenere la miseria, insomma la pagnotta prima della politica.

Invece, scorrendo la cronaca locale e, soprattutto, tante foto di questi consiglieri spiantati, mi rendo conto come costoro non manchino di abiti di taglio sartoriale, trovino, poi, il tempo, ma, innanzitutto, i quattrini per la palestra e le attività sportive, infine postino immagini, anche con i propri familiari, di cene, feste, irrorate da costosi vini di raffinate, pregiate cantine. Eppoi, come fanno a sorridere, a cercare la battuta se veramente non hanno neppure gli occhi per piangere?

Lo so, sono fortunato a condurre una vita dignitosa con la proprietà di una casetta ed un reddito, ben 40 volte superiore al reddito complessivo di soli 1704 euro, dichiarati dal consigliere Damiano Bartolini di Fratelli d’Italia, un caso, lo riconosco con tanta compassione, davvero drammatico da povero del terzo mondo. Ancora di più fortunato mi riconosco rispetto al leghista Albert Bentivogli, del quale non risulta alcun reddito dichiarato, al punto da chiedersi di cosa campi, se non d’aria, ma soprattutto dove trovi l’energia per fare politica, per deliziarci con i suoi ameni interventi in consiglio comunale, tanto esemplari del dire tanto di nulla.

Albert Bentivogli non ha, non dichiara il becco di un centesimo, vi rendete conto! Eppure, continua a dirsi celodurista, nonostante la sua povertà faccia pensare quanto sia veramente difficile tenere su, inalberare e far svettare certa prestanza che solitamente richiede energia, quindi un minimo di cibo che dia la giusta carica. Che sia tutto un bluff, un millantato credito? Miserello il nostro Albert, poverello leghista di Forlì, che, nonostante tanta sua miseria, sopravvive bene, senza farsi mancare agi e tanto superfluo. Buon anno, Albert Bentivogli, le auguro di continuare così: ella è un fulgido esempio come la povertà materiale sia, a volte, risorsa di tanta nascosta ricchezza personale, nel suo caso umana e politica. Tutto sta saperci fare.

Franco D’Emilio

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