Sabato 7 dicembre, alle ore 16,30, nella Sala Aurora in corso Garibaldi 80 a Forlì si terrà l’ultima lezione-concerto della nona edizione del festival Passioni in Musica dedicato ai sogni e agli incubi del ‘900. A Giacomo Matteotti. Per un eterno antifascismo è il titolo della relazione che terrà Anna Foa, docente di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma.
“Se la dittatura non è stata instaurata, la Camera è pregata di non nutrire illusioni. Se farà dei mali passi sarà soppressa”: mentre “Il Popolo d’Italia” scrive queste parole, a San Vito Chietino “squadre di fascisti armati mettono a soqquadro il paese bastonando e distribuendo olio di ricino ai non-fascisti e sparando sui fuggiaschi” e a Milano “i fascisti provocano un incidente al teatro della Scala col maestro Toscanini, per la imposizione di suonare i loro inni”. Quando, dopo la marcia su Roma, Mussolini conquista il potere, il giovane deputato socialista Giacomo Matteotti compila una sorta di libro bianco in cui dimostra, dati alla mano, che i provvedimenti economici del nuovo governo da un lato sono iniqui e dall’altro rivelano un’incompetenza assoluta, condanna l’abuso dei decreti legge e soprattutto raccoglie le “parole dei Capi” e le “cronache dei fatti”: dichiarazioni incendiarie e una catena infinita di brutalità. Se prima di Matteotti c’era stata l’opposizione al fascismo, l’antifascismo come valore, come scelta consapevole e prioritaria nasce solo con l’estate del 1924, nel suo nome. E se il fascismo, nella sostanza, è una forma di odio, ecco l’antifascismo non può che essere eterno.
Parlare oggi Matteotti significa riflettere se nel ventre molle della società italiana abbia continuato ad annidarsi un modo di pensare, di agire, di esprimersi: un’ossessiva e insensata ricerca del nemico o del capro espiatorio che appare e s’inabissa a seconda delle circostanze. Assai accurata è la proposta musicale per l’ultimo concerto della rassegna: arie tratte dal miglior repertorio operistico italiano, quale omaggio al baritono Tita Ruffo, cognato di Matteotti, che tornò dagli Stati Uniti per portarne a spalla il feretro. Dichiarato sovversivo come Matteotti, Ruffo pagò con la carriera la sua determinazione di non piegarsi al regime. Il soprano Vittoria Magnarello e il baritono Gianandrea Navacchia, accompagnati al pianoforte da Megumi Horie, interpreteranno arie di Mozart, Verdi e Thomas. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Info: enasco.fo@enasco.it, 054324118.