
Se stanchi dopo una giornata di lavoro vi apprestate a tornare a casa; se magari decidete di andare a trovare un vecchio amico; se ancora non vedete l’ora di precipitarvi tra le braccia dell’amata; se, purtroppo, dovete correre dalla suocera per riparare la lavatrice che s’è fermata a differenza della sua lingua, sempre blaterante e pettegola, ebbene in tutti questi casi vi auguro di non dover raggiungere o attraversare in auto il territorio di Predappio oppure, se costretti a farlo, vi invito a stare attenti, ad essere molto cauti perché potreste finire vittime di un agguato. Sulle strade predappiesi, ormai da giorni, è tempo di “imboscate”, improvvisamente può sbucare fuori e bloccarvi un braccio steso con paletta, quasi con la perentorietà di un saluto romano, d’altronde siamo nel paese natale del Duce, e allora dovete rassegnarvi al successivo, rituale “Patente e libretto, concilia?”
Sono in agguato i vigili, figure emblematiche, persino celebrate dalle memorabili interpretazioni di Alberto Sordi e Gigi Proietti, insomma gli iconici tutori della regolarità del traffico e della condotta di guida degli automobilisti. Nel caso, però, della realtà degli ultimi tempi i vigili municipali predappiesi sono percepiti come implacabili persecutori poiché i loro compiti di controllo e repressione dei comportamenti irregolari alla guida risultano esasperarsi, accanirsi, facendo di un bruscolo un trave, quindi senza mai una valutazione opportuna della proporzionalità tra l’entità della trasgressione automobilistica commessa e la conseguente, possibile sanzione o multa.
Per carità, il codice della strada, dura lex, sed lex, va rispettato e applicato, ma l’applicazione della legge non esclude mai, se e ove possibile, quel tanto di plausibile comprensione e minima tolleranza che non guasta mai nella relazione tra cittadino, giustizia e forze dell’ordine. A volte, data l’esiguità dell’infrazione, può bastare ammonire il trasgressore per la sua, comunque, concreta violazione, quindi manifestare la benevolenza di chiudere un occhio. È il caso di Predappio dove suscita sempre più crescente clamore la pioggia di multe fioccate in stragrande maggioranza contro la violazione minima, intendo non oltre i 10 Km, del limite di velocità.
Più persone mi hanno riferito di essere stati multati per un eccesso tra i 3-5, massimo 8 km orari sulla velocità consentita nel tratto di strada predappiese percorsa: un’inezia, non nego la violazione, ma pur sempre una minuzia rispetto a cattive condotte di guida, ben più gravi e perseguibili. Addirittura, taluni multati mi dicono di essere stati sanzionati per violazione della velocità, nonostante procedessero in modo corretto, stando nel limite indicato dal tachimetro e dall’apposito segnale del navigatore, entrambi digitali. Niente da fare: valido solo il rilevamento ad opera dei vigili; inutile far valere le proprie ragioni o appellarsi al clemente buonsenso; addirittura, ritenuta provocatoria, se non illegittima, la richiesta se il sistema di rilevamento usato fosse omologato e autorizzato.
Quindi, a questo punto, per stare sicuri, percorrendo la viabilità predappiese, occhio al tachimetro; con una velocità massima consentita di 70 o 50 Km viaggiate rispettivamente a 50 e 30 Km, sperando che nessuno, incazzato nero, vi strombazzi dietro o, magari, gli stessi vigili non saltino fuori da dietro una siepe o dal proprio mascheramento da autovelox, contestandovi di costituire intralcio e pericolo al traffico per la vostra lenta velocità da bradipo. Un cittadino, multato per una minutissima violazione della velocità, mi ha sacramentato di aver lasciato così una giornata di lavoro nelle mani del Comune di Predappio, dall’inizio dell’anno tornato a gestire il servizio di polizia locale assieme al limitrofo Comune di Meldola.
D’altronde, con le multe si fa cassa, tanti soldi: basta un piccolo, pur legittimo appiglio perché, ricevuta la multa e risaliti in auto, il ritorno dal lavoro, la corsa dall’amata o dall’insopportabile suocera logorroica diventino il rabbioso scarico imprecativo di almeno mezzo calendario di santi, patroni dentro l’abitacolo della propria auto. Alla fine, costretti, si paga sempre, anche e più spesso per minuzie di poco conto, pure ricattati dal fatto che, pagando subito, si gode, mamma mia che goduria, di una riduzione del 30%.
Quant’è buono lei, direbbe Fantozzi, rivolgendosi al Comune di Predappio! Ancora ricordo le parole di Roberto Canali, sindaco di Predappio, nel dichiarare “Con il passaggio della polizia locale dall’Unione a 14 comuni a solo due Comuni (Meldola e Predappio, n.d.a.) speriamo che il servizio torni ad essere più vicino ai cittadini”: purtroppo, è stata una speranza malriposta perché solo a scapito delle tasche di tanti cittadini, colti sul fatto da implacabili vigili predappiesi, pronti e zelanti a cogliere il pelino nell’uovo.
Franco D’Emilio