La luce di Giovanni Tassani in fondo al tunnel

Giovanni Tassani

Per fortuna, in fondo al tunnel oscuro dell’odierna mala gestione della cultura forlivese si è accesa ancora una luce significativa di speranza che, vivamente, mi auguro riesca a squarciare il buio pesto pressapochista e qualunquista dell’ignorantocrazia, ora alla guida del patrimonio e delle attività culturali della nostra Forlì. Un ceto politico e dirigente, sinora rivelatisi più interessati a tutta la fuffa possibile che faccia notizia e soffochi ogni critica, piuttosto che premurosi di risolvere gravi problematiche culturali, di indirizzo, organizzazione e gestione.

Nuova luce l’ha accesa ieri con una sua intervista il professore Giovanni Tassani, noto storico forlivese, già assessore alla cultura, nei miei ricordi infaticabile, anche ostinato studioso di tante carte dell’Archivio di Stato di Forlì e attento tutore del vasto, prezioso Archivio Paulucci de Calboli, in deposito presso il medesimo istituto culturale. Dunque, uno che sa il fatto suo, che sul tema della cultura parla con cognizione, con realismo, soprattutto senza confondere fischi per fiaschi e con la responsabilità quanto la stabilità culturale di una comunità non possa fondarsi su iniziative temporanee, spesso effimere.

Sul futuro culturale di Forlì Tassani è stato chiaro: servono due ali. Una è rappresentata dal sistema museale che con il San Domenico in prima fila diciamo (sottolineo quel “diciamo” n.d.a.), che funziona, mentre manca la seconda ala, quella strettamente relativa al bibliotecario ed archivistico … non e’ mai stato fatto nulla di serio (sottolineo quel “serio” n.d.a.) e concreto per valorizzarlo. Poi, l’affondo, fermo e tanto amaro nella sua verità: … questa amministrazione vuole risultati immediati ed e’ difficile quando si parla di archivi storici e collezioni; in secondo luogo, e questo è forse l’aspetto più grave, è perché nessuno ci crede davvero e ha una visione generale e globale, un progetto. Quindi, incapacità progettuale di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale forlivese, solo tanta propaganda mediatica sul recupero futuro, fra l’altro a lungo periodo, checché ne dica qualche politicante locale, di vecchi contenitori edlizi, tra i quali il Monastero di S. Maria della Ripa, ma nulla sull’urgente recupero, questo sì inderogabilmente a breve periodo, di quei contenuti culturali, s’intendano archivi, biblioteche e collezioni, adesso dispersi ed esposti a mala conservazione.

Infine, con altrettanta pacatezza Giovanni Tassani è stato amaro sul tema di Forlì, prossima capitale italiana della cultura: Come patrimonio potremmo essere una grande capitale della cultura, ma se vediamo come questo patrimonio è governato allora siamo sicuramente all’ultimo posto in Emilia Romagna, e questo sia a livello di gestione e di personale, sia a livello di fruibilità per i visitatori. Questa l’incontestabile verità, espressa da un esperto e imparziale addetto ai lavori, in faccia ad una giunta di centrodestra senza bussola e, soprattutto, ad un assessore alla cultura tanto praticone.

Non importa sapere come la pensi politicamente il prof. Tassani, deve soltanto premere che una voce, così autorevole e di fondato spessore sul tema della cultura, non vada persa per il suo possibile contributo: non possiamo permetterci di ignorare le significative intelligenze che onorano la nostra città, ma risultano oggi emarginate da tanta dominante insipienza politica. Tutta la cultura è civiltà ed è giusto che alla civiltà forlivese concorrano solo i meriti, le competenze, le esperienze, mai la pochezza del pressappoco e di chi parla solo al futuro.

Franco D’Emilio

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