
Non perdo mai tempo con gli sciocchini, con gli stupidi, solo ricchi della boria di chi taglia e cuce su altri, quasi petulante e maligno al pari di una pettegola comare. Tanto meno perdo tempo con chi, somaro di sua natura, si sente leone soltanto nella cerchia garantita dei suoi amici su un social. Stamani, però, farò un’eccezione, anche se senza nominare nessuno, come mi impone il buon senso di non dare notorietà alla pochezza, alla miseria umana.
Sono costretto a farlo dalla circostanza che a Predappio una povera anima rosicona, ella sì livorosa e rancorosa, tiri in ballo la mia persona e la testata 4live, una delle diverse sulle quali scrivo, addirittura con parole stizzite, astiose, in parte, per l’ennesima volta, noiosa tiritera di accuse, già in passato mosse nei miei confronti. Ripeto, non sono un giornalista, non mi considero neppure un blogger, sono un semplice cittadino, partecipe della vita pubblica, che, a torto o a ragione, ama scrivere, esercitando così il diritto costituzionale di manifestare il proprio pensiero; che, a torto o a ragione, qualche testata, innanzitutto 4live, ritiene degno di pubblicazione; che tantissimi lettori, ben oltre i confini provinciali, a torto o a ragione, leggono, spesso con spirito critico e non vile.
Ancora, considerato il noioso refrain di accuse, mosse alla mia persona dall’indispettito rosicone predappiese, torno a ripetere di essere stato candidato sindaco di Predappio per il centrodestra nel 2014, di aver conseguito il 19,6% del consenso, quindi di essere stato sconfitto dalla lista di centrosinistra, guidata dal candidato professor Giorgio Frassineti, ritenuto, allora, più meritevole di me di vincere e rappresentare i predappiesi. Infine, pur eletto consigliere comunale, come ho già scritto più di una volta, mi assunsi la responsabilità di dimettermi per perseguire altri interessi, quello principale della promozione culturale e, poi, quello del mio modesto contributo a giornali, disposti, sempre a torto o a ragione, a pubblicarmi. Davvero duro di comprendonio, allora, lo spocchioso rosicone di Predappio, tanto dimentico delle mie trascorse dichiarazioni: speriamo che finalmente a lui “repetita iuvant” o forse sopraggiunga l’opportunità di curetta al fosforo, rinvigorente i suoi deboli neuroni.
Aggiungo, inoltre, come l’insinuazione di un mio esercizio abusivo della professione giornalistica sia infondata sia per le ragioni sopraesposte sia perché la manifestazione del pensiero in ogni sua forma espressiva, appunto garantita costituzionalmente, prevale, persino, sull’appartenenza o no ad un ordine dei giornalisti: quest’ultimo, fra altro, presente in Italia, tuttora a forte tutela di interessi corporativi e con evidente retaggio della trascorsa normativa fascista, ma invece assente o in forma più aperta nelle maggiori democrazie occidentali. Quindi, se, a torto o a ragione, ho scritto, scrivo e sempre scriverò di Predappio, ebbene l’ho fatto e lo farò ancora, esercitando un mio pieno diritto, naturalmente se accolto e giudicato legittimo nei suoi contenuti da chi mi pubblica, innanzitutto il sempre attento e scrupoloso direttore di 4live.
Non sarà certo un misero rosicone, tanto cicisbeo nel suo vestitino istituzionale e tanto frustrato galoppino di partito, come racconta qualche suo apparente sodale, a dettarmi condizioni o a intimidirmi; meno, poi, di un fico secco la mia considerazione che tanta eccelsa mente rosicona voglia onorarmi di prossime sue citazioni nel caso intenda ancora aprir bocca e scrivere su taluna attualità predappiese. Capisco quanto la mia ultima critica al progetto Felicori per un museo nell’ex Casa del Fascio, succursale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, possa risultare inutile, fastidiosa, eppure, solitamente a chi sbaglia o scrive baggianate si replica, innanzitutto esplicitamente a viso aperto, poi entrando obiettivamente nel merito, dunque mai rifugiandosi nella vigliaccheria protetta degli amici su un social: questione di carattere, per dirla colorita di palle, soprattutto di capacità argomentative di replica.
Mi sono occupato, mi occupo e mi occuperò sempre di Predappio per l’interesse di vedere risolti aspetti e realtà, da troppo tempo abbandonati a insipiente incuria, mai mi sono mosso per rivalsa o livore contro la mia trombatura di candidato sindaco o per invidia personale verso chicchessia. Nella mia semplice vita vanto l’autorevolezza di un’esistenza onesta, consapevole dei miei limiti e difetti, sempre leale, mai con fini sotterranei. Pongo, è vero, delle legittime domande, ma non per questo esigo risposte, principalmente dovute, prima o poi, mi auguro presto, a chi di dovere. Davvero mi dispiace che un rosicone, vanamente ambizioso e presuntuoso, macchi la schiettezza romagnola, aperta e sincera, dei predappiesi, Predappio merita qualcosa di più di un volgare, pavido cicaleccio sotterraneo. (Qui sotto il post pubblicato in un gruppo di Facebook).
Franco D’Emilio