Manipolazione delle baby gang e il caso Vecchiazzano

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Il fenomeno delle baby gang ovvero delle bande giovanili, impostosi con forza negli ultimi mesi su buona parte del territorio forlivese, va sicuramente contenuto, represso in modo energico, al pari di ogni criminalità, macro o micro che la si definisca. Altrettanto necessario risulta il parallelo, contemporaneo intervento sociale e politico per rimuovere le cause del disagio che muove questa grave devianza giovanile, prevalentemente espressione di immigrazione di seconda generazione, quindi di cittadini nati e cresciuti nel tessuto sociale, scolastico e formativo italiano.

Sicuramente, tutto questo nasce dalla mancanza o dalla difficoltà, oppure addirittura dal rifiuto di ogni integrazione da parte delle comunità straniere, soprattutto islamiche: su questo terzo aspetto circolano diffuse notizie, pure con dettagli, quindi avvalorate, che a Forlì e in qualche centro appenninico della provincia si attui una sotterranea attività di “tribunali islamici”, amministratori di giustizia sommaria in contrapposizione a quella ordinaria e legittima dei nostri tribunali. In conclusione, una realtà immigrativa antagonista che vuole essere un mondo a parte dentro il mondo della società italiana e, in senso più stretto, della società forlivese per attuarne la maggiore demolizione possibile.

Adesso, tante informazioni raccolte inducono alla conclusione che il fenomeno pressante delle baby gang sul territorio forlivese sia frutto di una manipolazione politica e sociale da parte del nostro antagonismo radicale ed estremista, prevalentemente di sinistra, ma non manca affatto neppure l’infiltrazione di frange dell’estrema destra. È avvenuta e sempre più si estende a Forlì e nella sua provincia questa saldatura, operativamente criminale, tra il nostro estremismo e il mondo giovanile dell’immigrazione: la saldatura di congiunzione risulta operata da elementi attivi nelle organizzazioni assistenziali, benefiche di aiuto all’immigrazione, persino di interscambio, confronto tra cattolici e le altre confessioni religiose, presenti nella provincia forlivese.

Inoltre, di questa saldatura risulta sempre più partecipe il mondo del radicalismo ambientalista, compreso quello più velleitario, operativo anche a Forlì, di ampia connotazione anarchicheggiante anti-sistema. Al riguardo, assume crescente consistenza l’informazione che il vandalismo di pochi giorni fa contro il campo sportivo di Vecchiazzano sia stato “appaltato”, passatemi il termine, ma la sostanza è questa, a giovani immigrati teppisti su commissione di elementi dell’estremismo ambientalista forlivese, avversario dello “scempio devastante” del nuovo tratto di tangenziale in quel quartiere. Opera pubblica sicuramente utile e strategica per la mobilità territoriale, guarda caso, però, con il cantiere prossimo allo stesso impianto sportivo devastato, quasi un avvertimento.

Le baby gang sono ora il braccio operativo del nostrano estremismo radicale, ambientalista e non; agiscono su disposizione di contatti intermediari, dunque senza mai sapere chi mai siano i loro veri mandanti; con la minore età dei loro partecipanti riducono, come in effetti si vuole fare credere, il problema a quello di gruppi di immigrati balordi e nulla di più; invece, occorre vigilare e drizzare le antenne, la cosa non va sottovalutata. Come sempre impegnativo e determinante il ruolo della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri in sinergia con la Magistratura: l’unico che possa dare serenità ai residenti di Vecchiazzano, ora sconcertati e tanto intimiditi.

Franco D’Emilio

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