Nani e merda della politica a Forlì

piazza saffi palazzo comunale municipio

Ai tempi del sole dell’avvenire del socialista Bettino Craxi in politica imperversavano tanti nani e tanti ballerine, ma, tutto sommato, davano spettacolo; ancora in tempi craxiani il compagno socialista Rino Formica definiva la politica solo sangue e merda. Oggi a Forlì dominano solo ridicoli nani e maldestre ballerine che neppure divertono e la politica risulta soltanto merda, senza più la passione del sangue. Nella politica di centrodestra della giunta Zattini bis, soprattutto sul tema della cultura, si e’ pienamente realizzato l’aforisma dello scrittore austriaco Karl Kraus: “Quando il sole della cultura e’ basso, i nani hanno l’aspetto di giganti”.

Ieri e stamani, su diverse pagine della cronaca forlivese ho letto e riletto l’intervento pacato, ma efficacemente tagliente di Sergio Spada, ex funzionario dei servizi culturali del Comune di Forlì, giustamente critico, con spesse argomentazioni di fatto, verso una recente, pesante accusa del sindaco Zattini. Quest’ultimo, infatti, ha dichiarato incautamente che per grave, esclusiva responsabilità delle precedenti amministrazioni di centrosinistra la Rocca di Ravaldino è stata vergognosamente abbandonata per 15 anni in quello che lo stesso Primo Cittadino ha definito “un insulto alla città”.

A Sergio Spada tale accusa non è proprio andata giù e, presa penna e carta, ha replicato, punto su punto, dimostrando quanto sia una colossale panzana l’affermazione sull’incuria della Rocca di Ravaldino per un quindicennio di malgoverno della sinistra; non solo, con precise puntualizzazioni ha dimostrato l’infondatezza del merito di redentore della Rocca di Ravaldino che Zattini vuole immeritatamente attribuirsi. Inoltre, giacche c’era, l’interessato perdoni le mie colorite espressioni, il nostro Sergio, che non è affatto un bischero e sa il fatto suo, per questo con il suo trascorso lavoro ha onorato il Comune di Forlì, ha pure evidenziato, a “Spada tratta”, alcuni svarioni storici, prova della mancanza d’informazione e cultura, insita nelle argomentazioni di Zattini.

Zattini bocciato, non conosce la storia e parla a vanvera. Spada non lo conosco, ma sa quel che dice ed ha scritto, pane al pane, vino al vino: qualcuna delle sue evidenze la conoscevo, ma sono lieto che tanto ampiamente e in dettaglio mi abbia preceduto e sicuramente molto meglio di quanto potessi fare io. E ora? Sono curioso di conoscere la replica del sindaco che io stesso ho votato ben due volte, purtroppo convincendomi, solo col senno di poi, di essere incorso in uno dei pochi errori della mia vita. Vediamo.

Intanto, sono anche sicuro che il sindaco Zattini paghi per altri, a cominciare dal suo vice e inopportuno assessore alla cultura, al massimo preziosamente degno di un Circolo Pickwick, per questo, forse, tenuto in disparte prima che incespichi ancora sul selciato del miglio bianco. Zattini sconta il pressapochismo, la superficialità della corte che lo attornia, urge un rimpasto che affidi la cultura a mani autorevoli e capaci, siamo stufi di un dilettante allo sbaraglio. Infine, approfitto e chiedo scusa di confondere l’interesse pubblico con quello privato, ma devo togliermi un sassolino dalla scarpa. Vorrei sapere, considerato il disarmo di Palazzo Romagnoli, dove siano finiti i pannelli della mostra “Forlì Ebraica”, inaugurata nel novembre 2019 come sezione museale nello storico edificio forlivese. Con Paolo Poponessi fui autore della ricerca documentaria e della stesura dei testi, tutto a titolo gratuito e lo rifaremo, diversi mesi di lavoro; ho saputo che il dottor Luciano Caro, rabbino delle Romagne, ha già ritirato i beni storici, da lui messi generosamente a disposizione per corredare la mostra.

Io e l’amico Poponessi vorremmo dunque sapere dove siano finiti i bei pannelli della nostra Forlì Ebraica. Se ora in uno sgabuzzino o sottoscala o magari in un cassonetto, ci sia detto, andiamo noi a recuperare le nostre creature, prima che l’incuria, quella si vera, del Zattini bis ne faccia scempio. Vanamente e’ stato, fra l’altro, atteso il catalogo di tale mostra, tanto annunciato, ma solo strombazzato. Su tutto questo, soprattutto sulle parole di Sergio Spada attendo sviluppi.

Franco D’Emilio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *