
Certamente per ogni persona è davvero cosa ammirevole e preziosa ispirare al bene la propria condotta di vita e, contemporaneamente, battersi per il bene della comunità, cui appartiene. Cercare, fare e ricevere il bene sono la piena trilogia delle azioni utili per vivere l’emozione, la serenità di partecipare, condividere e beneficiare di momenti buoni, perfetti, anche nobili per sentirsi soddisfatti nella coscienza e nell’animo. Addirittura, l’apice del bene si raggiunge quando se ne percepiscono appieno la bontà, la giustezza, il contenuto di attenzione e amore verso il prossimo, ma soprattutto quel senso di benessere interiore, psicologico e fisico, che tanto ci rasserena.
In fondo, tutto questo è equivalente al bonum latino, già oggetto delle riflessioni di Seneca, che ritroviamo anche nella formula di saluto Pax et bonum, usata da S. Francesco e dai suoi confratelli sulla via del pellegrinaggio, della predicazione per richiamare tutti al valore della solidarietà. Lo stesso Pax et bonum rivivrà tra pochi giorni a Forlì ad opera dei Messaggeri della Ricerca ovvero nove intrepidi e generosi amici, determinati a sostenere il bene collettivo della ricerca scientifica nel campo biomedico: dalla forlivese piazzetta della Misura, partenza il prossimo 6 giugno, alla romana piazza del Campidoglio, arrivo il successivo 14 giugno, per chiedere alle istituzioni di governo di garantire maggiormente la ricerca scientifica romagnola. Nove testimoni di civiltà e altruismo in sella alla bicicletta per ben 620 chilometri, in gran parte ripercorrendo l’antica via Francigena, il percorso dei pellegrini, i cosiddetti “romei”, diretti a Roma per onorare la Chiesa nella memoria di San Pietro.
Una via Francigena che in questa iniziativa diventa percorso, anzi “sentiero della ricerca” percorribile nell’auspicio di un sempre più concreto supporto all’impegno contro il cancro dell’Irst, Istituto Romagnolo dei Tumori “Dino Amadori” di Meldola. Parliamo di una realtà scientifica di studio e terapia di grande valore nel campo dell’oncologia, dunque di un’eccellenza contro la malattia più maligna, sempre insidiosa, in agguato e, se manifesta, terribilmente lesiva del bene specifico della salute. Così, da Forlì a Roma nove ciclisti, “Messaggeri della Ricerca”, vessilliferi del grande servizio e della significativa mission dell’Irst, istituto di importante proiezione nazionale e internazionale, come dimostrano i risultati sinora conseguiti contro il cancro e come può, nel suo piccolo, testimoniare anche lo scrivente per la tragica vicenda della moglie, sino all’ultimo curata e assistita nella stessa struttura.
Tutto questo sempre nella memoria dell’indimenticabile prof. Dino Amadori, appunto nel 2007 fondatore dell’Irst: uomo nobile, schietto, deciso, pur nella fragilità che caratterizza ogni vita; medico di tanta umanità e tanto ascolto; scienziato con la profetica visione di una contemporanea sinergia tra cura, ricerca e depistage sul territorio forlivese per meglio comprendere l’eziopatogenesi, l’insorgenza dei tumori. Un esempio per tutti e duraturo motivo di fermo orgoglio nel figlio Giovanni, mio amico. Inoltre, la lodevole iniziativa de “I sentieri della Ricerca”, edizione 2025, si ispira pure al ricordo di Ercole Bandini, grande campione del ciclismo italiano perché, cosa non da poco, oro olimpico, poi oro mondiale su strada, persino oro su pista, quindi davvero meritevole del soprannome “Il treno di Forlì” per quella completezza ciclistica che il giornalista Adriano De Zan descrisse efficacemente come “la pedalata di gambe perfettamente sincrone e martellanti ad ogni andatura”. Dunque, accanto a quella di Dino Amadori la memoria di Ercole Baldini per sottolineare il legame tra sport e bene della salute, dell’anima stessa.
Ercole e Dino assieme, quasi in un passaggio di testimone ai nove ciclisti “Messaggeri della Ricerca” perché nella loro pedalata di tanto impegno civile e solidarietà abbiano la tenacia, la forza di gambe del campione e la speranza del grande scienziato. Una biciclettata di bene e promozione sociale che rinnova il progetto, nato nel 2011 da un’idea comune dell’amico Daniele Avolio con lo stesso prof. Amadori. Proprio lui, Daniele: persona simpatica e sanguigna; già protagonista attento, critico, sempre libero di trascorse stagioni politiche forlivesi; sportivo di considerevole caratura; infine, animalista tenerone, come rivelano tante foto con la dolcissima Molly, la sua inseparabile beagle. In tutto Daniele mette cuore e passione, così sarà pure in questa nuova manifestazione per I Sentieri della Ricerca, davvero un buon esempio di amore verso il prossimo e di utile sussidiarietà. Quindi, cari amici, buona pedalata nel ricordo di Dino ed Ercole e nell’affetto riconoscente dei vostri concittadini!
Franco D’Emilio