Il sindaco Zattini festeggia coi fichi secchi

Gian Luca Zattini sindaco di Forlì

Pochi giorni fa, Il Sole 24 Ore ha pubblicato un ampio sondaggio, relativo al gradimento dei sindaci italiani: Gian Luca Zattini, attuale sindaco di Forlì, ha così registrato un indice, pari al 51% di consenso alla sua Amministrazione. Un risultato che naturalmente ha subito mandato in sollucchero ed esaltato il centrodestra forlivese, di cui Zattini è espressione, con dichiarazioni di alcuni suoi esponenti, immediatamente precipitatisi a celebrare questo straordinario (?!) apprezzamento del proprio primo cittadino.

La deputata Rosaria Tassinari, icona identitaria di Forza Italia, ha commentato il risultato, conseguito da Zattini, come prova che “Forlì sta dimostrando con i fatti di essere una città in crescita, ben governata e sempre più apprezzata dai cittadini”, grazie proprio al lavoro del sindaco di centrodestra, che “ha saputo affrontare con competenza e concretezza le sfide del territorio“.

L’assessore alla cultura Vincenzo Bongiorno (FdI), davvero unico e impareggiabile al pari di un tenace venditore porta a porta del Folletto Vorwerk, si è lanciato nell’entusiastica esaltazione di un “Complimenti al Sindaco. Avanti con il lavoro di squadra per il bene di Forlì”, dove risulta veramente difficile far coincidere il buon lavoro di squadra con quello dell’attuale giunta, tanto concretamente squinternata, e ancora di più dichiarare che con l’amministrazione Zattini sia tangibile la finalità del bene, in termini di risultati numerosi e apprezzabili per la loro bontà.

Per concludere non è mancato neppure il commento ammirato, al settimo cielo della deputata Alice Buonguerrieri, sempre FdI, quasi rapita da un’estasi, pari a quella della sua omonima nel paese delle meraviglie. Ma di cosa cianciamo? Dove sta la proclamata straordinarietà del 51% di consenso al sindaco Zattini? Prendiamo atto, per carità, che il centrodestra forlivese e lo stesso primo cittadino, subito elogiatosi con la solita modestia ad hoc, hanno soltanto dato a intendere che ci fosse chissà mai quale traguardo da festeggiare con il nulla o il poco dei fichi secchi!

Proviamo a ragionarci sopra: innanzitutto, alle Amministrative del 2024 Zattini è stato eletto al primo turno con il 50,63% dei voti, quindi il 51% di gradimento, ora assegnatogli dal Sole 24 Ore, registra dopo un anno solo un incremento dell’0,4%, quindi molto al di sotto di un punto pieno e, in questo senso, tanto “volatile”, come sanno bene i buoni sondaggisti, compresi quelli del quotidiano economico di Confindustria.

Dunque, si può mai proclamare che un miseruccio 0,4 percentuale in più sul consenso alle ultime elezioni sia un proficuo riconoscimento al buon governo Zattini? È vero che chi si contenta gode, ma qui si rischia di contentarsi e godere solamente per la possibilità di poter continuare a galleggiare, anziché affondare e annegare. Quello striminzito 0,4% in più è, in realtà, la paperella salvagente sgonfia, cui disperatamente si aggrappa un centrodestra che ha illuso tanti elettori, lo scrivente compreso, e adesso cerca vanamente di raddrizzarsi con un provvidenziale colpo di reni.

Inoltre, anche con il 51% di gradimento, attribuitogli dal Sole 24 Ore, Zattini vola appena sopra i 28.000 voti, più precisamente a 28.022, il che significa un’inezia, poco sopra il suo zoccolo duro, compreso tra i 27.000 e i 28.000 voti: più precisamente 27.905 alle elezioni del 2019 e 27.819 a quelle del 2024, in quest’ultimo caso con un’accresciuta astensione dal voto. Capisco che la propaganda sia anima della politica, ma è sempre consigliabile evitare di spacciare lucciole per lanterne, perché, si sa, prima o poi i nodi vengono al pettine.

Franco D’Emilio

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