
Si chiude con una visita guidata al sito archeologico venerdì 1 agosto alle 18,30 la quarta campagna di scavo archeologico nell’area della cosiddetta villa romana di Fiumana condotta dall’Università di Parma con una equipe composta da studenti e archeologi sotto la direzione del professor Riccardo Villicich, sotto gli auspici del Comune di Predappio e Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. È davvero un peccato che le strutture e i resti di età romana databili tra il II-I secolo avanti Cristo fino alla metà del V secolo dopo Cristo debbano essere ora ricoperti di terra per preservarli, in attesa di un piano organico di musealizzazione. Infatti, vista la consistenza di quanto scoperto, urge una pianificazione che renda prima possibile l’area definitivamente aperta al pubblico dei visitatori.
Se gli scavi dell’inizio degli anni 60 del secolo scorso riportarono alla luce parti produttive di una villa urbano-rustica del periodo augusteo e, più a sud di questo ritrovamento, un edificio quadrilobato, le campagne in corso dal 2022 hanno riservato una sostanziale sorpresa tale da ridefinire completamente la storia di questo sito e, probabilmente, di riflesso, dell’area forlivese, fino alla tarda antichità. Ciò che è emerso dagli scavi di questi ultimi anni sono i resti di una grande villa a padiglioni databile in età tardo antica, probabilmente il V secolo e, novità confermata dalle ricerche di quest’anno, un’area termale che risulta essere una stratificazione di terme formata da strutture costruite in quattro epoche diverse: età repubblicana, età aurea dell’impero romano, III secolo d.C. e, infine, V secolo.
È chiaro che questa sovrapposizione di strutture di epoche diverse che sta impegnando severamente gli archeologi nella lettura delle costruzioni e nella interpretazione, fa dello scavo di Fiumana “quasi un “unicum” nel panorama archeologico italiano”, come afferma il professor Villicich. Tornando ai risultati della campagna 2025 appena chiusasi, è stata riportata in luce una porzione dell’area termale tardo antica con un ambiente absidato e un ingresso in pietra, confinante con uno spazio porticato probabilmente del III secolo d.C. A margine dei resti delle terme del V secolo è stata ritrovata anche un calcara, forse alto medievale, attiva dopo l’abbandono della villa e delle terme, utilizzata per fabbricare calce dalla cottura dei marmi asportati dalle strutture romane oggetto di spoliazione. Tra i ritrovamenti di particolare interesse da segnalare anche una parte di ara votiva (III sec d.C.) e un frammento di iscrizione di età augustea.
Un sondaggio effettuato poco distante dalla zona termale ha riservato la sorpresa di ritrovare tracce di frequentazione di quest’area anche in età alto medievale. Infatti è stato scoperto un ambiente di età romana riutilizzato come abitazione quando ormai il complesso della villa con le terme aveva perso la funzione per la quale era stato costruito. Nell’ambiente che può essere stato abitato tra il VI e l’VIII secolo è stato ritrovato il focolare e oggetti di uso domestico come pesi da telaio e un coltello. In prossimità dell’abitazione anche due tombe di bambini con un segnacolo devozionale che potrebbe indicare che si tratta di sepolture in ambito cristiano.
Insomma, anche quest’anno la campagna di scavo ha prodotto risultati importanti che hanno fornito nuovi elementi per la ricostruzione della storia della villa e che, probabilmente, consentono di individuare obbiettivi nell’ottica di un progetto di musealizzazione dell’area. “Con la campagna del 2026 intendiamo portare alla luce l’intero complesso delle terme tardo antiche – assicura il professor Villicich, direttore scientifico dello scavo – che, pur proseguendo le indagini archeologiche nel complessivo sito della villa di Fiumana, meritano già una musealizzazione perché possano essere aperte stabilmente ad un pubblico di esperti e visitatori”.
Paolo Poponessi