
Date retta, siamo solo agli inizi, ma quello che “in principio era il verbo” si è già tradotto in fatti di significativa concretezza: Papa Leone XIV rivolterà la Chiesa come un calzino, spremerà, al pari di un limone, la disponibilità spirituale e materiale dei fedeli, anzi, tenendoli sospesi per i piedi a testa in giù, li agiterà come un turibolo per farne cadere dalle tasche ogni moneta utile alla missione caritatevole dei cattolici nel mondo. Riconosciamolo, ci voleva proprio questo papa yankee dell’Illinois, dotato di tanto provvidenziale pragmatismo e per questo capace di conciliare le finalità evangeliche con il vigore del toro, iconica scultura del potere finanziario davanti alla borsa di Wall Street a New York.
Il biblico “vitello d’oro“, raccontato nell’Esodo come idolo ad opera di Aronne in assenza di Mosè, non è più un tabù e, poiché il fine, in questo caso l’opera della Chiesa, giustifica sempre i mezzi, ancora di più adesso in tempi di grande tecnologia digitale on line, ecco, allora, regnante Leone XIV, che l’elemosina dei fedeli, fonte dell’Obolo di San Pietro, al momento in lacrime per un debito di 60 milioni di euro, diventa da oggi possibile anche con moneta elettronica, mediante POS. Le vie del Signore sono sempre state infinite, dunque perché non includervi pure quella della carità digitale a mezzo bancomat o carta di credito o carta prepagata?
Resta tuttavia l’elemosina della tradizione durante la messa o nelle cassettine davanti agli altari, uno per ogni santo venerato, ma, si sa, i fedeli sono sempre più pochi e, purtroppo, sempre più secolarizzati, inevitabilmente di braccino corto: fra l’altro, già ampiamente tormentati dalla richiesta dell’8xmille e dalle pubblicità televisive di quanti, mentre uno sta per lanciarsi su una burina, ma trionfante “cacio e pepe” all’ora di pranzo, ti chiedono di fare un lascito testamentario e tu, scaramantico, ti tocchi contro tali menagramo. La suggestione, la persuasione contano molto per indurre alla carità e un POS, posto all’entrata in chiesa, magari prossimo all’acquasantiera, può richiamare incisivamente alla generosità, anche ricordando, come tutto sommato, ogni chiesa eroghi servizi di fede che, al pari di qualunque servizio, ha i suoi costi d’esercizio tra messe, confessioni e vie crucis, benedizioni pasquali, matrimoni e funerali, infine catechismo, oratori e corsi prematrimoniali.
Ne’ possiamo dimenticare come sia prevalentemente gratuita la visita di tanti turisti allo splendido patrimonio artistico e storico, custodito nelle nostre chiese. Insomma, al cash del contante, perlopiù solo moneta spiccia, la Chiesa di Leone XIV affianca adesso l’e-cash, subito sul proprio conto corrente, anche al sicuro da sacrileghi scassinatori senza legge e senza Dio. La speranza, sempre ultima a morire, è il passaggio, seppur graduale, dall’elemosina “poca, benedetta e subito” a quella “più sostanziosa, benedetta e on line”. Il provvedimento ci voleva e i preti hanno disposto al meglio, sempre abili nel fare quei coperchi, mai nelle capacità del diavolo, soltanto provetto nel pentolame. Siamo di fronte ad un’evoluzione digitale dei mercanti nel tempio? Dopo quelle di Lutero del 1517 contro la vendita delle indulgenze rischiamo forse nuove tesi critiche di protesta contro la Chiesa?
Mi chiedo se questa nuova strada dell’offerta tramite POS non ci conduca presto alla successiva installazione di tornelli all’entrata e all’uscita di ogni chiesa: il tornello d’entrata si apre solamente dietro pagamento di un ticket minimo d’offerta, quello d’uscita con la lettura del codice QR sulla ricevuta di pagamento. Non escludo neppure che, alla maniera delle classi sul Freccia Rossa, i ticket d’elemosina possano essere diversificati in cifre crescenti dalla standard, alla premium, all’executive, ognuna delle quali corrispondente ad un diverso potenziale valore di accesso alle vie del Paradiso. E, magari, chi ricco senza limiti di spesa potrà munirsi di un religioso Telepass per ogni chiesa od altro luogo di fede. E gli ultimi, gli indigenti? Non temete, si tirerà fuori una provvidenziale “legge dell’obolo di cittadinanza”.
Franco D’Emilio