C’è un’arma segreta per Forlì capitale della cultura

Marduk al Foro Boario

Recentemente, sempre in riferimento al suo importante ruolo per promuovere Forlì capitale italiana della cultura 2028, era stato definito un “visionario”, ieri, invece, nella serata di presentazione dei punti essenziali della stessa ambiziosa candidatura, la medesima persona è stata definita una “nostra arma segreta”. Entrambe le definizioni sono di Gian Luca Zattini, sindaco forlivese, riferite a Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre ai Musei del San Domenico: dalla capacità visionaria, tipica dei santi, dei profeti e degli invasati, siamo, dunque, passati alla segretezza di un’arma, temibile e risolutiva di qualunque impiccio od ostacolo sulla strada verso Forlì capitale della cultura.

Speriamo bene, solitamente, la storia ampiamente lo dimostra, le armi segrete non servono a niente e si rivelano un bluff per sollevare un gran polverone. Siccome, poi, non c’è due senza tre, non escludiamo che, magari, al prossimo show cittadino sulla candidatura di Forlì a capitale della cultura italiana, il sindaco Zattini la spari davvero grossa in un eccesso entusiastico, incautamente dimentico di taluni trascorsi storici romagnoli: Brunelli “uomo della Provvidenza”.

Ieri, non mi ha neppure convinto l’affermazione di Zattini che quanto progettato come utile alla candidatura di Forlì a capitale italiana della cultura 2028 “più che un dossier è un piano strategico di sviluppo della cultura per i prossimi 50 anni”. Caspita, allora è un vizio di giunta! Se, però, l’assessore Luca Bartolini vede il futuro forlivese solamente sino al 2050 ovvero non oltre 25 anni dai nostri giorni, come ha dimostrato commentando il nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), il sindaco Zattini, invece, allunga l’occhio addirittura al 2075 sulla sfida del mezzo secolo: chi vivrà, vedrà! D’altronde, come escludere che un sindaco non doppi un suo assessore, non fosse altro per la logica che “ubi maior, minor cessat”.

Inoltre, mi ha fatto sorridere la bella, boriosa pensata di realizzare nel 2028 una mostra sensazionale sul Futurismo, capace di dire chissà cosa dopo che, sullo stesso periodo artistico, si è appena conclusa un meraviglioso, vasto e significativo evento espositivo presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Ancora di più ho sorriso nell’apprendere come nell’ambito delle iniziative per Forlì capitale italiana della cultura si includano progetti culturali che già da tempo avrebbero dovuto realizzarsi per la dignità, il rispetto, la tutela e la promozione del sapere forlivese. Intanto, centrodestra forlivese e centrosinistra cesenate, stretti in un equivoco inciucio politico, vanno a braccetto su Forlì capitale.

Franco D’Emilio

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