
Le foto diffuse sulla giornata iniziale della prima edizione del Festival Forlivese della Libertà, promosso dal centrodestra, mostrano una modesta partecipazione, numericamente parlando. Fra l’altro, le foto, ad opera degli stessi organizzatori, riprendono perlopiù gli oratori ospiti, i soliti notabili del CDX, al massimo una prima fila, così vivamente partecipe da risultare molto impegnata solamente a farsi i fatti suoi sul cellulare.
Stamani, sui social diversi esponenti del centrodestra della Romagna forlivese, si sono precipitati a sottolineare l’inesistente successone con tanto concorso di folla della loro kermesse pseudofestivaliera che, anziché col botto, pare partita con un colpo di tosse asmatica. Speriamo che oggi vada meglio. Salvi, almeno quelli, chissà se giubilare o no, gli interessi personali, editoriali e non, di qualche enfant prodige con l’ambizione di diffondere il nuovo verbo e pensiero della destra. Che retrosalto complessivo rispetto a fortunate e fruttuose iniziative politiche, culturali della destra.
Qualche incauto del centrodestra forlivese dichiara il successone virtuale, a chiacchiere di ieri del Primo Festival Forlivese della Libertà come lieto viatico per Forlì capitale italiana della cultura 2028. Vedremo, intanto cresce sempre più consistentemente la candidatura di Ancona, Comune con sindaco di Forza Italia e capoluogo delle Marche, prossime al voto regionale, pare, al momento, con una probabile riconferma del centrodestra, quindi, nel caso, meritevole di essere giustamente ricompensata: allora, per Forlì, ancora di più per il ministro della cultura Giuli sarebbe davvero difficile ignorare che “ubi maior, minor cessat”.
Franco D’Emilio