A Predappio la Questura scivola su una buccia di banana

saluto romano

Dunque, ieri a Predappio si sarebbero dovuti svolgere due cortei commemorativi dell’anniversario della Marcia su Roma, uno alle ore 10,00 l’altro alle ore 15,00: il primo su iniziativa del “cerchio magico” di Orsola e Vittoria Mussolini, pronipoti del Duce, proclamatesi abusivamente sacerdotesse uniche della memoria fascista predappiese; il secondo, invece, promosso da Forza Nuova, organizzazione nazionale della destra radicale. Così aveva deciso la Questura di Forlì per ragioni d’ordine pubblico, davvero difficili a intravedersi nella loro consistenza.

Inaspettatamente, è andata molto diversamente: uno solo il corteo svoltosi, appunto quello delle 10,00 e senza problemi d’ordine pubblico, come negli auspici dei partecipanti e, soprattutto, dei predappiesi. E sapete perché incredibilmente è finita così? Il provvedimento della Questura di Forlì per due cortei distinti è risultato invalido ad attuarsi perché sottoscritto con firma digitale scaduta, quindi non verificabile: l’assenza di questo requisito, apparentemente una banalità, ma sostanziale nel suo valore confermativo, ha reso, quindi, inesistente e, di conseguenza, inapplicabile, sia sul piano giuridico che amministrativo, il provvedimento questorile “Prescrizioni per il corteo e raduno di Forza Nuova in Predappio – 28 ottobre 2025 – commemorazione marcia su Roma”.

Tutto non è sfuggito all’attenzione dell’avvocato forlivese Francesco Minutillo, legale difensore di Roberto Fiore, rappresentante di Forza Nuova, che tempestivamente ha impugnato il provvedimento, ponendo la Questura dinanzi all’impossibilità di due cortei distinti e nella obbligatorietà di consentire che al corteo mattutino partecipassero, con pari diritto, anche i militanti di Forza Nuova, a questo punto unica vincitrice di questo triste confronto per la gestione commemorativa della Marcia su Roma. Che dire, la Questura di Forlì è, in fondo, maldestramente scivolata su una buccia di banana ovvero su una piccola cosa, quale l’assenza di una firma digitale, sufficiente però a mandare a gambe all’aria un provvedimento, ritenuto tanto importante.

Torno a ripetere: che dire? Forse, che chi la fa l’aspetti? Oppure, che la saetta gira gira, ma spesso torna addosso a chi la tira? O, ancora, più tradizionalmente che il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi? Sicuramente, vale più che mai l’invito riflessivo di Renzo Arbore “Meditate gente, meditate!”

Franco D’Emilio

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