Ieri, a Roma nell’atmosfera di piazza Navona, strapiena di folla tra le bancarelle e gli stand della festa natalizia di fine anno sino alla Befana, ho pensato a Forlì e al suo inesistente Natale in piazza Saffi. Ogni giorno, dal mattino alla notte, piazza Navona offre a migliaia di visitatori, italiani e stranieri da tutto il mondo, il suo affettuoso augurio natalizio, davvero identitario dello spirito e della tradizione, della creatività e della cultura di Roma e dell’Italia.
Tutto il contrario di quanto avviene a Forlì in piazza Saffi con la patetica scimmiottatura di un Natale, fintamente nordico con la pista di ghiaccio, poi pacchianamente sovraccarico di luminarie per nascondere le tante ombre della città, infine truffaldinamente finalizzato solo a quell’aleatorio business commerciale acchiappa citrulli che a fine anno anima il centro storico forlivese, tanto palesemente insicuro e commercialmente sempre più deserto per gran parte dell’anno. Insomma, quello di piazza Saffi soltanto un Natale provincialotto, anche un po’ buzzurro, come tutte le cose esageratamente fuori dal senso dell’opportunità, della misura.
Ne è riprova la superficialità con la quale, pur di realizzare il suo luna park natalizio, l’attuale Amministrazione comunale di Forlì non ha esitato in piazza Saffi neppure ad agganciare azzardatamente tiranti delle luminarie ed altro alle colonne di vicini palazzi storici, persino ai lampioni del Ventennio, freschi freschi di recente restauro. In piazza Navona a Roma no, nessuno stolto tirante, le luci natalizie sono quelle intelligentemente giuste per convivere con la bellezza architettonica dell’intero spazio, comprese le tre splendide, candide fontane. Eppure l’atmosfera natalizia di piazza Navona resta veramente diffusa e intensa.
Bancarelle del nostro artigianato, dal tessile a quello della carta, dalla lavorazione del legno e del vetro a quello delle pietre semipreziose e della bigiotteria; ancora bancarelle di ceramiche e sopramobili nei più vari materiali, oltre a quelle di quadri, cornici, stampe antiche e recenti; infine, le bancarelle dei giocattoli, assediate dall’innocenza sognante dei bambini. Non mancano diversi giochi del tirassegno, della pesca di beneficenza; non mancano i ritrattisti caricaturisti e i tanti artisti di strada con acquarelli od oli su tela di suggestivi scorci romani.
Non manca Babbo Natale sulla slitta con le renne, in attesa delle letterine di una lunga fila di piccole mani; non manca una brontolona Befana, claudicante ed oppressa dal sacco dei doni, in giro per la piazza; non mancano un bell’abete natalizio, ma senza esagerare, e un tradizionale presepe, ambientato nel borgo romano, dinanzi al quale molti, italiani e stranieri, si fermano, anche per immancabili foto o selfie, spesso pregano, persino chinano il capo con la mano sul cuore. Vanno a ruba la “mela stregata”, appunto una mela rossa caramellata, e l’epifanica “scopetta scacciaguai” per allontanare le contrarietà della vita.
Poco distante, verso l’uscita dalla piazza, il teatro dei burattini con il suo affollatissimo pubblico di grandi e piccoli d’ogni nazionalità a godersi le storie di Arlecchino e Pulcinella. Su tutto, colorata e lussureggiante l’enogastronomia italiana e, soprattutto, romana: un vero trionfo dei nostri sapori natalizi. Inoltre, il Natale in piazza Navona a Roma non dimentica uno sguardo alla cultura, all’educazione, all’informazione su alcune iniziative benefiche: uno stand delle biblioteche romane offre momenti di educazione dei bambini alla lettura, aggiorna sulle novità editoriali, possibile dono ad amici e parenti, ospita alcune presentazioni letterarie.
In primo luogo, come sempre, il Natale di piazza Navona è merito dei commercianti romani, sia quelli del mercatino che quelli attivi nel Municipio1: proprio loro, dinanzi al pericolo che la manifestazione non si svolgesse oppure si facesse in forma più ridotta, hanno sollecitato la fine dei lavori di restauro delle tre fontane in piazza; poi, il Comune di Roma ha contribuito all’evento, anche con il fattivo impegno dell’assessora Monica Lucarelli che, a differenza di qualche sua omologa forlivese, non confonde il ruolo di assessore, di amministratore pubblico con quello di animatrice di un villaggio turistico.
Dunque, tradizione e identità, cultura e solidarietà nel Natale romano di piazza Navona, un’esperienza che fa sentire l’autentica gioia e serenità delle feste di fine anno: un vero Natale è ancora possibile, non certamente in piazza Saffi a Forlì.
Franco D’Emilio