Banalità dell’assessora Cintorino e caduta di stile del sindaco Zattini

Natale a Forlì 2025

Nel giorno dell’Immacolata grande debutto in piazza Saffi della natalizia “Forlì che brilla”, davvero un bagno di folla, musica e luci, la cui realizzazione costa sempre di più, onerosamente a carico dei contribuenti forlivesi e, soprattutto, a scapito di necessità più urgenti di alcuni nostri concittadini. Per carità, giusto festeggiare, celebrare e illuminare il Natale, ma perché ogni anno strafare con luminarie, effetti, spese che debbano per forza emulare quelli dell’anno precedente?

Il troppo stroppia sempre, non rispecchia mai buonsenso, intelligenza e senso della misura, rivela soltanto una corsa inesorabile a quanto stupisce, rapisce, magari sbalordisce, confondendo cosi anche l’atmosfera del Natale, dell’Avvento del Salvatore con un volgare baccano da Paese dei Balocchi con una folla, per un po’ di tempo illusa e dimentica, di forlivesi Pinocchi e Lucignoli. Si potrebbe fare qualcosa di meno per provvedere qualcosa di più a favore di qualche impellente bisogno cittadino: avremmo più Natale solidaristico e meno Natale consumistico, perlopiù solamente tanto ludico e falso, come la pista di ghiaccio, davvero estranea alla cultura natalizia della Romagna.

Ieri, Festa dell’Immacolata, con l’inaugurazione ufficiale del parco natalizio in piazza Saffi ha vissuto uno dei suoi rari giorni di gloria l’assessora ai grandi eventi Andrea Cintorino, cerimoniera di tanto futile. Sua la seguente sagace dichiarazione urbi et orbi: “Oggi non accendiamo solo l’albero, ma le luci della città di Forlì che brilla è un’occasione per ritrovare ciò in cui si crede, stare insieme e vivere il centro”. Che dire di tanto vago, audace e retorico pensiero? Per fortuna, la folla aveva ben altro da fare, mangiare, ballare e fotografare che non ascoltare tanta banalità assessorile!

Ancora, sempre in occasione del baccanale natalizio in piazza Saffi, voglio riprendere un passo dell’intervento del sindaco Zattini, rallegrato di vedere tanta gente, attratta da panem et circenses: “Questa è la migliore risposta ai rosiconi che mettono in discussione il Natale: noi lo facciamo in grande e lo faremo sempre”. Che caduta di stile, del suo aplomb di sindaco gentiluomo! Ricordo a Gian Luca Zattini che, poiché sindaco di tutti i forlivesi, suoi elettori e non, come non si stanca mai di ricordare, al pari di tanti altri primi cittadini italiani, egli rappresenta anche i rosiconi, a lui avversi.

Dunque, è inaccettabile che un’istituzione, tale infatti è il sindaco, ricorra allo sberleffo, alla denigrazione di parte dei suoi cittadini: un buon sindaco prende atto pure dei rosiconi e ne valuta le ragioni. Inoltre, ricordo che rosicone è termine che etimologicamente deriva dal verbo latino rosicare che significa provare uno stato d’animo d’invidia, rancore e frustrazione: forse Zattini si sopravvaluta, in realtà nessuno minimamente lo invidia, tanto meno vorrebbe ora stare nei suoi panni e ancora di più proferire sue inopportune parole.

Franco D’Emilio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *