Il terrorismo rosso è vivo più che mai

Il terrorismo rosso è vivo più che mai

I disordini dei giorni scorsi a Torino per lo sgombero ad opera della polizia del centro sociale Askatasuna confermano obiettivamente come il terrorismo rosso degli anni di piombo non sia mai cessato. Si è solo assopito; è, per così dire, soltanto “andato in sonno”, come si usa dire nel gergo massonico dei “fratelli”, temporaneamente non più attivi; è pronto, però, a risorgere, profondamente trasformato nelle sue modalità e finalità operative.

Da Torino a Milano, da Bologna a Roma e Napoli si tratta di una situazione diffusa, sempre coincidente, guarda un po’, con le stesse realtà urbane che alimentarono il terrorismo rosso tra gli anni ’70 e ’80. Il centro sociale torinese Askatasuna, sicuramente uno dei più violenti, partecipa alla rete criminale ed eversiva nazionale della sinistra antagonista più estrema che da sempre, da nord a sud, è pronta a cavalcare strumentalmente ogni dissenso sociale e politico, tanto più adesso con la rievocazione di un rabbioso, pretestuoso antifascismo di facile accatto contro l’attuale governo di centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, per tutta la sinistra una pesante sconfitta storica e politica.

Nel nostro Paese 126 i centri sociali in mano all’estremismo della sinistra, solo 2 quelli gestiti da gruppi di destra: i primi sempre dichiaratamente protagonisti coram populo di violenza “ferro e fuoco” nelle nostre città; i secondi, invece, pur se anch’essi responsabili di occupazioni illegali, mai coinvolti in azioni criminali, premeditate e militarmente organizzate contro le forze dell’ordine, contro la pace cittadina, insomma contro lo stato e le sue istituzioni. I 126 centri sociali, in mano all’estremismo più becero e ignorante, godono da lungo tempo dell’ampio permissivismo, comunque complice, della sinistra politica; i 2 centri sociali di destra sono stati sì assecondati dalla destra politica di governo, ma sempre per attività e finalità lecite.

Giorni fa, a Torino con rudimentali, ma pericolosi bazooka i violenti di Askatasuna hanno consapevolmente sparato micidiali razzi contro la Polizia di Stato, rendendosi protagonisti di un atto criminale che nella sostanza non è affatto diverso da quanto avveniva nei terribili “anni di piombo”. Sopra, nella foto a sinistra, l’immagine tristemente iconica del terrorismo rosso a Milano il 14 maggio 1977 con Giuseppe Memeo, militante terrorista dei Proletari per il comunismo, che impugnò una pistola contro le forze dell’ordine; a destra, la foto di pochi giorni fa con un militante di Askatasuna che spara un razzo contro la polizia.

Tra i due nessuna differenza, lo stesso proposito di colpire, uccidere nel medesimo, tragico refrain di “colpirne uno per educarne cento”! Il nuovo terrorismo rosso ha fagocitato e contrasta irresponsabilmente, alieno da ogni valore di civiltà democratica, qualunque progetto di modernità, come la TAV, e tutte le difficoltà sociali, politiche nazionali, compreso l’estremismo islamico, l’immigrazione clandestina, l’imbecillità del risorgente antisemitismo, la precarietà del lavoro, l’ostilità preconcetta al governo Meloni, stupidamente ritenuto erede del fascismo.

Tutto fa brodo per armare, oggi, una plebaglia volgare, per questo pericolosa, in fondo la stessa manovalanza, manovrata negli “anni di piombo” dai cattivi maestri, ancora oggi attivi, uno su tutti lo spocchioso prof. Angelo D’Orsi. Occorre vigilare per evitare lugubri ricorsi storici di una medesima vergogna: gli anni di piombo del terrorismo rosso.

Franco D’Emilio

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