Immagini di un indiscutibile, oggettivo stato di degrado e rovina nell’area degli edifici sanitari di Predappio. È la conseguenza di un abbandono, di un’incuria che, da una parte, sono sicuramente addebitabili a trascorse amministrazioni, preoccupate solo di coltivare un protagonismo personale da mediocri emuli del Duce, e dall’altra, però, continuano con l’attuale amministrazione. Dietro la scena, la ribalta della Predappio ufficiale, ostentata dal governo cittadino trascorso e presente, c’è una realtà sconfortante di scarsa manutenzione, addirittura sito per l’abbandono di auto.
A Predappio tutti si sciacquano, più o meno autorevolmente, la bocca a parlare di razionalismo e della sua architettura locale, ma queste immagini dimostrano come, invece, a Predappio manchi soprattutto la razionalità ovvero la conoscenza, l’analisi, il giudizio riflessivo come difendere il decoro urbano e la memoria storica del capoluogo della Valle del Rabbi. In tanti anni l’azione amministrativa, passata e presente, del Comune di Predappio si è concentrata solo sulla “resurrezione” della ex Casa del Fascio, tralasciando la manutenzione, ordinaria e straordinaria, di altre realtà architettoniche e di arredo urbano del paese.
Con quale faccia tosta, allora, si può parlare di Predappio come museo a cielo aperto se poi non siamo capaci di garantirne la conservazione. Certo, il recupero della ex Casa del Fascio garantisce un palcoscenico non indifferente ad amministratori, tecnici e, in modo particolare, ad architetti, siano essi di consolidata fama o di novello, ambizioso rampantismo. Predappio, intanto, va in malora! Sarei curioso di sapere cosa pensi di questo oltraggio urbano l’attuale assessore alla cultura o, forse, preferisce verificare se pure questo articolo possa accusarsi di diffamazione al pari di un mio recente articolo, recensione critica di un evento culturale a Predappio: accusa di cui conservo documentazione. Staremo a vedere!