Con il suo ultimo libro fresco di stampa “L’Ora terribile che giunge. Colloquio sull’Anticristo fra un Principe della Chiesa ed un Maestro massone.” (il Cerchio, Rimini, 2022) Francesco Mario Agnoli conferma il suo vivace anticonformismo intellettuale.
Bolognese di nascita ma ravennate d’adozione, con una luminosa carriera in magistratura alle spalle (presidente di corte d’appello a Bologna e membro del CSM dal 1986 al 1990), Agnoli ha dato un contributo fondamentale con i suoi saggi storici alla conoscenza del fenomeno delle insorgenze antifrancesi italiane tra fine Settecento e inizi dell’Ottocento, vicenda della storia italiana spesso (e non casualmente) dimenticata da tanta parte di storiografia. Dopo avere percorso una strada di storico anticonformista e messa, almeno per ora, da parte la ricerca in quest’ambito, Agnoli si riconferma anticonformista con questo suo racconto che ha una struttura quasi teatrale, un dialogo serrato tra due personaggi, apparentemente distanti, un cardinale e un massone. Questi, almeno inizialmente, sono attratti reciprocamente dal comune fascino di un umanitarismo/umanesimo, oggi molto diffuso a livello intellettuale, che vuole accomunare e mescolare indistintamente diverse tradizioni religiose, filosofiche e politiche. Insomma ben altro rispetto al giusto “cogliere relazioni e possibilità di dialogo tra culture senza confonderle e senza farne un grumo”, come evidenziava efficacemente il filosofo Massimo Cacciari in un suo recente articolo su La Stampa (11 giugno 2022).
La molla che innesca il confronto tra cardinale e massone è data dalle copie misteriosamente recapitate al prelato di due volumi, il “Padrone del Mondo” dello scrittore inglese Robert H. Benson e il “Racconto dell’ Anticristo” del mistico e filosofo russo Vladimir Sergeevic Solovev che pongono entrambi al centro l’Anticristo, figura enigmatica, melliflua, ambigua e violenta che alla fine dei tempi contenderà a Cristo la signoria del mondo. A partire da ciò Agnoli mette in scena un serrato confronto tra cardinale e massone con continui rimandi a chi ha trattato dell’Anticristo, o della Bestia, a cominciare dalle Sacre Scritture, all’Apocalisse o alle lettere paoline o Ippolito o Sant’Agostino. I due interlocutori non si muovono in una sfera atemporale, ma, seduti l’uno di fronte all’altro in uno studio in Vaticano, sono profondamente calati nel nostro tempo e frequenti sono i richiami all’attualità, Covid in primis e poi globalizzazione, poteri forti nell’economia e in politica, attuale situazione della Chiesa Cattolica e del Cristianesimo.
Agnoli guida quindi il lettore in una cavalcata tra i grandi della nostra cultura che hanno subito la suggestione dell’ Anticristo come il cardinal Newman, Dostoevskij, Lagerlof, Joseph Roth, Huxley fino a Isaac Newton o al nostro Sergio Quinzio, per citarne alcuni, senza dimenticare la pittura con il ciclo di affreschi del Signorelli nel duomo di Orvieto. Cardinale e massone continuano ad interrogarsi reciprocamente su chi sia l’Anticristo, sulla sua natura, la sua storicità, sui segni che ne annunceranno l’avvento fino alla conclusione del dialogo tra i due che, in qualche modo, riserva una sorpresa. Al termine di questo impegnativo e stimolante lavoro di Francesco Mario Agnoli, bisogna comunque concludere che, in fondo, la bimillenaria suggestione provocata dalla figura dell’Anticristo ha come (paradossale) risultato quello di sottolineare il fatto che, in ogni modo, Cristo continua ad essere vivo e presente nella storia e nell’orizzonte dell’uomo.
Paolo Poponessi