Nelle giornate del 2 e 3 maggio 2023 sarà in visita a Forlì Bruno Laufer che durante le persecuzioni razziali nazifasciste riuscì a scampare alla deportazione venendo accolto e nascosto insieme alla sua famiglia nella canonica della parrocchia di San Biagio da don Pietro Garbin, primo direttore dell’Opera Salesiana forlivese. I Laufer, ebrei austriaci, fuggiti dall’Austria nel 1938, si erano spostati in Italia per sfuggire ai nazisti, confidando in una rete di conoscenze.
Con l’avvento della Repubblica di Salò, dopo l’8 settembre 1943, il rischio di una deportazione nei campi di sterminio divenne concreto e la salvezza, dopo un lungo peregrinare in varie parti dell’Italia settentrionale, si materializzò nell’ospitalità che don Garbin dette a Bruno Laufer che allora aveva sette anni, a suo padre Oskar ed alla madre Clara Grossberg. I Laufer rimasero nascosti a San Biagio fino alla liberazione di Forlì ai primi di novembre 1944. Sulla vicenda di Bruno e dei suoi familiari si è tenuto a Forlì un incontro pubblico commemorativo nel febbraio 2020 promosso dall’Opera Salesiana che ha anche prodotto su questi avvenimenti un cortometraggio “Avvolti nella storia”, soggetto di Ian Soscara e regia di Maurizio Nari. Sempre nel 2020 l’Opera Salesiana di Forlì su quanto accadde ai Laufer ha stampato il volume “1944: accadde a Forlì”.
In questi giornate forlivesi di maggio, Bruno Laufer, che oggi vive a Roma ed è un imprenditore di successo, dopo un omaggio alla tomba di don Garbin, avrà una serie di incontri. Nel pomeriggio del 2 maggio incontrerà prima gli studenti delle scuole superiori e poi gli universitari ospiti del convitto salesiano. La mattina del 3 maggio sarà al Liceo Scientifico Fulcieri Paulucci de Calboli dove incontrerà gli studenti che nell’occasione gli doneranno copia del video da loro realizzato “Per ogni pietra un nome, una persona da non dimenticare”. Il filmato prodotto in occasione della recente posa delle pietre d’inciampo a Forlì ripercorre le vicende della città durante l’ultimo conflitto mondiale dando ampio spazio anche alla storia della famiglia Laufer.
Paolo Poponessi