I risultati elettorali per il nuovo sindaco di Galeata non lasciano dubbi: Francesca Pondini, candidata della lista civica prossima al centrodestra, 499 voti (41,3%); Sara Quadrelli, alla guida di una lista, anch’essa civica, ma vicina al centrosinistra, 355 voti (29.3%) che costituiscono un buon risultato, considerato lo sbandamento della sinistra, soprattutto del PD sul territorio bidentino; Giorgio Ferretti alias Elisa Deo per i fatti, gli interessi, i comodi propri e dei signorotti di paese, 329 voti (27,2%), ultimo canto del cigno; Alessandro Galeotti appena 25 voti (2,07%), neppure 44 gatti in fila per sei con resto di due ovvero “galeotta fu la lista e chi la fece”! Francesca Pondini è il nuovo sindaco.
Da oggi, Galeata è libera dal clima di intimidazione e sprezzante sicumera, di autoritaria gestione con tanto fumo e poco arrosto, che, a lungo, ha caratterizzato la sua Amministrazione comunale per quasi tre lustri. Lo ha fatto con l’odierna elezione del nuovo sindaco, il cui risultato designa con ampio margine di consensi Francesca Pondini alla carica di Prima Cittadina e indica, altrettanto significativamente, una promettente opposizione nelle mani di Sara Quadrelli. Due donne, pur diverse umanamente e politicamente, hanno saputo con semplicità, misura e determinazione sia ricostruire il terreno del confronto politico, da tempo oltraggiato, sia riconquistare la fiducia di molti loro concittadini, riconducendoli alla passione per eleggere una nuova amministrazione, giusta e, soprattutto, credibile.
Francesca Pondini sarà sindaco e governerà Galeata, Sara Quadrelli ne sarà l’opposizione critica e di controllo, ma pure, ne sono convinto, costruttiva nel caso vi siano le ragioni per esserlo nell’interesse di tutti i galeatesi: entrambe le giovani “azdore”, mi sia consentito chiamarle affettuosamente in questo modo, anche da posizioni diverse e con distinte responsabilità, possono veramente costituire per Galeata un promettente patrimonio di idee, utile e fattivo. Il buongiorno si vede dal mattino, quindi inevitabile sperare che la simpatia, i sorrisi amabili delle due protagoniste galeatesi confermino questa antica saggezza proverbiale, conquistando l’affetto, la stima crescente dei concittadini.
Un sincero augurio di buon lavoro al sindaco neoeletto e alla giunta che verrà; altrettanto pari auspicio a colei che, invece, guiderà l’opposizione. Così, definitivamente e ingloriosamente, soltanto 46 le sue stitiche preferenze, cala il sipario sulla vita politica di Elisa Deo, quasi tra fischi e sberleffi, come spesso accade a chi teatralmente ostinata a ritenersi prima donna del varietà, mentre, invece, neppure più capace, ormai, di sgambettare, ballerina di seconda o terza fila. Dall’altare alla polvere, senza alcuna speranza di risorgere a nuovi ruoli politici, magari pure altrove, poiché tutti sappiamo quanto le voci e i fatti corrano dai monti al mare, dalla Romagna toscana al litorale delle saline del Papa.
C’è sempre la possibilità di cercarsi un lavoro, fra l’altro offrendo proprie competenze, esperienze infermieristiche per sanare mali e sofferenze altrui: sono numerose le persone che, fallendo nelle ambizioni politiche, intraprendono la via dell’umiltà, ma la cosa mi pare molto improbabile nel caso dell’ahimè ex sindaca, cronicamente affetta da sgomitante protagonismo. Eppoi, ancora l’ostacolo di conti aperti con quanti, pretestuosamente trascinati in tribunale per aver osato con la propria legittima opinione ledere la regale, inviolabile maestà di tanta scarsa, trascorsa sindacatura; certe cose segnano indelebilmente, non possono dimenticarsi e vanno giustamente saldate nella partita di una dovuta resa dei conti.
Elisa Deo, mai la cordialità di un sorriso, è ora costretta dal voto a levarsi di torno, a nulla sono valsi i suoi mezzucci, i suoi stratagemmi, i suoi infidi bastoni nelle ruote altrui; con disperata, acida cocciutaggine le ha provate tutte a supporto della lista ProgettiAmo Galeata, da lei stessa furbescamente ideata e affidata al prestanome candidato sindaco Giorgio Ferretti. Resta un grave interrogativo: perché mai tanto suo caparbio tentativo a rientrare in Comune dalla finestra, magari come assessore, salendo sulle spalle del fido scudiero Ferretti, se eletto sindaco? Gatta ci cova oppure, ancora, il legittimo dubbio del cinico Andreotti “A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”? Ai posteri, ma, prima ancora, a talune nostre autorità il compito di fare luce.
A Giorgio Ferretti, alla fine, non è servito a niente recitare la parte del più bravo, esperto e competente ovvero “er mejo fico der bigonzo”. Che dire, eccessiva e malriposta considerazione di sé! Ha convinto solo pochi creduloni e la schiera degli interessati padroni, sinora, degli affari di paese. Il fiasco elettorale, suggellato da inutili 329 voti, ha sepolto la sua spocchia sotto un’irriverenza che mi richiama alla mente quella, gustosamente mordace, dell’episodio Il Professore nel film L’Oro di Napoli, diretto da Vittorio De Sica nel 1954: in una via partenopea del Rione Sanità l’arroganza del Duca Alfonso Maria di Sant’Agata dei Fornari viene pubblicamente sbeffeggiata dal pernacchio insolente, lungo ed esasperato, di alcuni cittadini, perfettamente addestrati a tale pratica di dileggio da don Ersilio Miccio, detto appunto “il professore”, impareggiabilmente interpretato dall’indimenticabile Eduardo De Filippo.
Ecco, questo per dire quanto l’effetto di un risultato elettorale, magro per le proprie ambizioni, possa considerarsi pari ad un sonoro pernacchio che sempre seppellisce la boria dei destinatari. Consiglio Giorgio Ferretti di procurarsi una gamella da operaio, quella a due scomparti, sopra la minestra, sotto il secondo con il contorno, nei grandi magazzini ancora si vende. Così al mattino, pasto al seguito, potrà raggiungere qualche cantiere di lavoro in corso sul territorio e, da bravo omino pensionato, già tecnico comunale e pure aspirante sindaco sonoramente bocciato, dispensare consigli a poveri operai, costretti a chiedere al Padre Eterno e a se stessi cosa mai abbiano fatto di male per subire un simile tormentone!
In fondo, però, è stato evitato il peggio: un tormentone a scapito dei galeatesi.
Ora, Galeata è libera, a nuova vita con la possibilità di ripartire e fare cose buone per tutti.
Che il sorriso di Francesca Pondini e Sara Quadrelli contagi e fiorisca presto sulle labbra di tutti gli amici di Galeata. Per Elisa Deo la prospettiva certa di un inesorabile viale del tramonto che con tanta premura provvederemo a tenere sgombro e agibile solo per lei: sic transit gloria mundi!
Franco D’Emilio