Le previsioni occupazionali: per il trimestre luglio-settembre 2023 le imprese hanno programmato complessivamente 11.890 nuovi ingressi in provincia di Forlì-Cesena, di cui 4.930 nel solo mese di luglio. Le competenze imprenditive sempre più centrali. Analisi dei profili dei/delle neo imprenditori/imprenditrici. Gli ingressi previsti (entrate per assunzioni a tempo indeterminato e determinato e per attivazioni di forme di lavoro flessibile) nelle province di Forlì-Cesena e Rimini, per il terzo trimestre 2023 sono 28.320, secondo Excelsior Informa, il Bollettino mensile con orizzonte trimestrale sui fabbisogni occupazionali delle imprese industriali e dei servizi, realizzato da Unioncamere, Anpal e dalle Camere di commercio italiane.
Su base nazionale, gli ingressi previsti nel mese di luglio sono 585.000, di cui il 9% (52.700) in Emilia-Romagna, 1% in meno rispetto al mese di giugno 2023. Il 26% del dato regionale, pari a n. 13.710 ingressi previsti, attiene all’area di competenza della Camera di commercio della Romagna, 8 punti percentuali in meno rispetto allo scorso mese (incidenza di pari livello nel mese di maggio). L’incidenza dei contratti a tempo determinato si mantiene elevata e pari all’81% per Rimini (-2 p.p.) e al 78% per Forlì-Cesena (-1 p.p.).
Per quanto riguarda le entrate i 5 principali settori di attività, in valore assoluto, risultano i Servizi di alloggio/ristorazione/turismo, il Commercio, i Servizi alle persone, i Servizi operativi e di supporto alle imprese e alle persone e le Costruzioni quarti e quinti a Rimini e in posizioni invertite (quinti e quarti) a Forlì-Cesena.
Per la provincia di Forlì-Cesena, l’indagine rileva, per il mese di luglio, 4.930 assunzioni previste, con una variazione sullo stesso mese 2022 di +1.030 unità, e 11.890 per il trimestre luglio-settembre, con +1.890 unità sull’analogo periodo dello scorso anno. Le entrate previste si concentrano nel settore servizi 75% (-7% rispetto a giugno), che comprende commercio, alloggio e ristorazione, servizi alle imprese e alle persone, e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti (-5%).
Nel mese di luglio, una quota pari al 32% delle assunzioni previste riguarderà giovani con meno di 30 anni (+2% rispetto a giugno); il 24% delle imprese prevede di assumere personale immigrato (+4%). Nel 63% dei casi viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, ma in ben 56 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati (+7% rispetto a giugno). Il focus di questo mese è dedicato alle nuove imprese in Italia. Gli highlights tratti dalla recente pubblicazione di dati 2022 riguardano la numerosità delle neo-imprese, la loro durata nel tempo, l’età dei neo-imprenditori e delle neo-imprenditrici.
I profili dei neo-imprenditori post-pandemici sono analizzati in maniera idealtipica per indicare qualitativamente e in sintesi alcuni sentieri di sviluppo di carattere generale.
Il primo e più numeroso profilo è quello di un uomo maturo, tra i 35 e i 50 anni, residente al Sud Italia, che apre la propria azienda più per necessità che per opportunità, si concentra maggiormente nel comparto delle costruzioni, con un basso investimento iniziale, eppure con la prospettiva di tenere aperta l’impresa per un periodo lungo di tempo; cerca collaboratori con attitudini manuali ed esecutive.
Una seconda pista descrive un consulente di servizi alle imprese, con un titolo di studio elevato, attivo soprattutto al Nord, che vuole valorizzare le proprie competenze e mira al successo economico; il suo percorso professionale precedente lo ha già visto sperimentarsi come libero professionista o piccolo imprenditore. La sua ricerca di collaboratori si concentra su persone formate, immediatamente attivabili.
Il terzo e nuovo profilo è quello di una donna giovane, under 35, che con un titolo di studio elevato, spesso la laurea, crea una propria impresa nel settore dei servizi alla persona, uno dei comparti che maggiormente richiede nuovi occupati in Italia rispetto agli altri Paesi europei. Attiva soprattutto nel Centro dello stivale, la neo-imprenditrice richiede da subito circa 4 collaboratori per lo sviluppo della sua impresa.
Un quarto profilo, anch’esso come novità rispetto alle risultanze 2021, è quello del neo-imprenditore di origini straniere. Impegnato soprattutto nel settore industriale, è attivo nel Nord Ovest e nel Nord Est, ricerca un’autonomia economica e lavorativa e nell’attività precedente ha svolto lavori non alle dipendenze. Ha investito più di 5 mila euro nell’apertura dell’azienda usando mezzi propri, non possiede titolo di studio, ricerca figure professionali manuali come collaboratori.
Il volto del neo-imprenditore sembra più concreto e manuale, meno innovatore e formato rispetto ai risultati 2021; picchi di crescita si osservano nel comparto dei servizi alla persona, alle imprese e nelle costruzioni. Il turismo, pur provenendo da stagioni positive e di crescita, non genera un volano di nuove aperture. Nella dinamica di creazione delle imprese viene confermato il trend di riallineamento tra Nord e Sud del Paese. Rispetto al passato, cala ancora la richiesta di nuove entrate, di collaboratori stabili e altamente formati.
L’inserimento di giovani collaboratori riguarda profili digitali, innovativi, attenti alla soddisfazione lavorativa e alla responsabilità sociale d’impresa, preferenza diffusa da parte delle nuove imprese ed in particolare quelle giovanili.
Durante il 2022, le nuove imprese hanno faticato a trovare le figure richieste. Se nel 2020 solo il 25% delle figure professionali risultava di difficile reperibilità, nel 2021 il dato è salito al 29,8%, per impennarsi al 37,1% nel 2022 con punte molto elevate soprattutto per dirigenti, specialisti e tecnici (52,4% vs 42,4% nel 2021). La tendenza ormai triennale probabilmente è dovuta alla sfiducia verso il reperimento di figure high skill che porta a ricercare maggiormente le professionalità manuali e operative. Se il mercato delle prime è molto competitivo e le leve delle nuove imprese – retributive, di progressione di carriera, di stabilità – non possono essere così forti e sviluppate, sulle seconde può esserci una competizione per trovare il miglior personale possibile. Un ritratto quello delle nuove imprese che comunque rimane centrale per il futuro del sistema Italia e del nostro territorio.