Cara Forlì: 3500 presenze in due giorni per la grande festa del liscio

Cara Forlì 2023

È un bilancio col segno più quello della terza edizione di “Cara Forlì”, la rassegna musicale dedicata alla tradizione del liscio romagnolo promossa dal Comune di Forlì in collaborazione con le famiglie di Secondo e Raoul Casadei, e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna. Oltre a far registrare il tutto esaurito in platea (1000 posti a sedere) in entrambe le serate, con il meccanismo delle prenotazioni andato letteralmente in tilt nel giro di un paio di settimane, la manifestazione ispirata alle figure di Carlo Brighi in arte Zaclèn, Secondo Casadei e Raoul Casadei, ha visto gravitare nel perimetro di piazza Saffi altre 1500 persone che hanno ballato e cantato sulle note dei tre giganti del liscio.

A esprimere grande soddisfazione per la kermesse musicale dello scorso week end è il sindaco Gian Luca Zattini che parla di “un’edizione senza precedenti, in cui la Romagna l’ha fatta da padrone, anche in termini di pubblico”. Secondo i primi dati diffusi dall’ufficio del turismo del Comune di Forlì, infatti, la Romagna ha espresso il 70% dei prenotati, di cui il 50% provenienti dalla provincia di Forlì-Cesena. Dall’Emilia, e in particolare dai territori di Parma, Ferrara, Modena, e Bologna, sono giunte il 20% delle prenotazioni e il restante 10% da altre regioni (Lombardia, Veneto e Marche).

Migliaia poi gli accessi allo Iat, che nella due giorni di “Cara Forlì” è stato preso d’assalto da appassionati e curiosi per la visione dei tre docufilm che raccontano la storia del liscio e il ritiro gratuito del libro dedicato alla vita e alle opere di Zaclen, Secondo e Raoul Casadei.
Il richiamo delle nostre radici e del folklore popolare hanno trainato la partecipazione dei romagnoli in questo percorso di consacrazione della città di Forlì quale culla di una tradizione che si candida a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco. Noi continueremo a fare la nostra parte in questo ambizioso progetto – conclude il sindaco – perché crediamo che il liscio sia la vera anima popolare della Romagna, una tradizione di cui andare orgogliosi e un valore da diffondere e condividere con le future generazioni”.

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