Il PD Forlivese ha aderito al presidio “Salute Bene Comune” che si è tenuto ieri nella sede della Regione Emilia-Romagna, in occasione della discussione in Assemblea Legislativa del progetto di legge alle Camere a difesa della sanità pubblica. La legge, approvata con il voto favorevole di Pd, Lista Bonaccini, Italia Viva, ER Coraggiosa, Europa Verde e Movimento 5 Stelle (hanno votato contro Lega, Fratelli d’Italia e Rete civica, mentre Forza Italia non ha partecipato al voto), si pone l’obiettivo di stimolare e sensibilizzare il Parlamento affinché dalla prossima legge di bilancio sia portato al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale.
I tre articoli della legge puntano ad adeguare il Fondo sanitario nazionale a 4 miliardi di euro aggiuntivi all’anno per i prossimi 5 anni, far sì che le Regioni superino i vincoli di spesa per il personale sanitario e il limite che riguarda il trattamento accessorio, garantire la copertura finanziaria con maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla nota di aggiornamento al Def e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione fiscale. Analoghe leggi a tutela della sanità pubblica universalistica sono state presentate dalle Regioni Toscana e Puglia, mentre è stata approvata all’unanimità in Piemonte la settimana scorsa.
Il 6° Rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale, presentato a Bologna lo scorso 10 ottobre, fornisce un quadro allarmante del finanziamento pubblico degli ultimi anni. Tra il 2020 e il 2019, alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre € 37 miliardi tra tagli di circa € 25 miliardi fino al 2015 e successivo “definanziamento” del FSN, crescendo in media dello 0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua (1,15%). Nella stagione della pandemia, dal 2020 al 2022, il FSN è aumentato complessivamente di € 11,6 miliardi, crescendo in media del 3,4% annuo, decretando formalmente la fine della stagione dei tagli. Inoltre, da marzo 2020 a settembre 2022 sono stati emanati 13 decreti-legge che hanno stanziato risorse ad hoc per la gestione dell’emergenza Covid-19 e per sostenere i maggiori costi energetici delle strutture del SSN, per complessivi € 11.584,3 milioni.
Tuttavia, questo netto rilancio del finanziamento pubblico è stato, di fatto, assorbito dai costi della pandemia Covid-19, non ha consentito rafforzamenti strutturali del SSN ed è stato insufficiente a tenere in ordine i bilanci delle Regioni. Nel 2022 e nel 2023 l’aumento percentuale del FSN è stato inferiore a quello dell’inflazione: nel 2022 l’incremento del FSN è stato del 2,9% a fronte di una inflazione dell’8,1%. Nella NaDEF 2023, approvata lo scorso 27 settembre, il quadro tendenziale della spesa sanitaria peggiora: il rapporto spesa sanitaria/PIL precipita dal 6,6% del 2023 al 6,2% nel 2024 e nel 2025, e poi ancora al 6,1% nel 2026.
“Alla luce di queste analisi, lo stanziamento aggiuntivo di 3 miliardi previsto nella manovra 2024 dal governo risulta del tutto insufficiente perché vincolato all’80% ai doverosi rinnovi dei contratti del personale sanitario, ma non risolve il nodo dei mancati rimborsi per la gestione Covid e per l’aumento dei costi energetici, oltre all’incidenza dell’inflazione nella spesa sanitaria: lo stesso Ministro della Salute Schillaci e tutte le Regioni, senza distinzione di colore politico, hanno infatti denunciato che servono altri 4 miliardi al Fondo Sanitario Nazionale per rafforzare la medicina territoriale, per gli incentivi al personale e la riduzione delle liste di attesa – afferma Gessica Allegni, segretaria territoriale del Pd forlivese -. Il definanziamento della sanità pubblica messo in atto dal governo spinge verso un sistema di privatizzazione che aumenterebbe le diseguaglianze tra i cittadini: sempre più persone stanno rinunciando a curarsi, mentre chi se lo può permettere salta le liste di attesa rivolgendosi alle strutture private”.
“Con l’adesione al presidio, il Partito Democratico Forlivese ha voluto testimoniare il suo sostegno alla battaglia portata avanti dalla Regione Emilia-Romagna a tutela di una sanità pubblica universalistica, perché, come recita l’art.32 della Costituzione, la tutela della salute è “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Il nostro impegno ad informare e sensibilizzare sugli effetti devastanti della manovra presentata dal governo, in materia di sanità e non solo, proseguirà anche in occasione delle assemblee in programma nei circoli del territorio nelle prossime settimane”, chiude Allegni.