Galeata riserva sempre delle sorprese, non ultima quella di un linguaggio poco consono alla dignità del suo Consiglio comunale, organo istituzionale di importante finalità amministrativa. Tutto nasce dalle dichiarazioni del consigliere di maggioranza (centrodestra) Massimiliano Torri, verbalizzate nella Deliberazione n. 36 del 26/10/2023 con oggetto “Verbale seduta di Consiglio del 26 Luglio 2023. Approvazione”; atto questo, per legge, di pubblico accesso e garantita consultazione da parte dei cittadini nell’ambito dell’Albo Pretorio Municipale.
Le dichiarazioni del citato consigliere vertono sull’articolo A Galeata pure con la nuova sindaca una frazione senza telefono, da me pubblicato il 25 luglio u.s. sulle pagine di questo giornale, relativamente al frequente fuori uso della telefonia mobile nella frazione galeatese di Strada San Zeno: infatti, poche gocce o forti raffiche di vento bastano a mandare in tilt l’apposito ripetitore sul Monte Busca che, appunto, copre l’abitato interessato, circa 200 abitanti.
Nello sgangherato, confuso e sgrammaticato verbale, comunque oggetto di delibera e, tale, approvato, in riferimento al mio articolo sono così testualmente riportate alcune affermazioni, non senza ironia, del consigliere Massimiliano Torri: “…ci troviamo un articolo bellissimo, un altro articolo scritto tra l’altro dal Signor Don Emilio (sbaglia pure il mio cognome D’Emilio), è lo stesso, Don Emilio per me è uguale perché ha scritto delle emerite cavolate. Poi, definisce il mio articolo “ridicolo perché prima di, mi dispiace per l’Emilio, (insiste a sbagliare il cognome) che, prima di scrivere certe cose dovrebbe informarsi …. Sì. Invece di andare sui social, sui media a scrivere, scusate la parola, delle cazzate.
Tutto questo, addirittura, con il sospetto, gravemente lesivo del rispetto dovuto ai cittadini e sempre manifestato dal consigliere Torri, persona davvero impareggiabile perché unica, chissà se ne hanno buttato via lo stampo, che per la stesura del mio articolo io sia stato imbeccato da qualche residente, mio delatore, della frazione di San Zeno. Ora brevemente, ma in modo chiaro, sicuramente più del sinistrato verbale, vorrei evidenziare alcune cose importanti: nel mio piccolo, ma consapevole ruolo giornalistico ero tenuto a sollevare un problema grave per alcuni galeatesi, molti dei quali anziani, privati del servizio telefonico mobile, cosa ancora più preoccupante per la possibile ricorrenza di un’urgente necessità; inoltre, non era affatto mia preoccupazione informarmi chi fosse proprietario degli impianti di rete e/o della loro manutenzione; infine, nessuno, ribadisco nessuno, può negare, in forza di legge, che il Comune di Galeata, al pari di tutti i municipi italiani, abbia l’obbligo amministrativo di garantire e promuovere ogni azione utile a salvaguardare servizi essenziali ai propri cittadini.
Intenda bene il consigliere Torri che, seppure vi fosse stata una spia ad informarmi, ebbene avrebbe fatto bene, tuttavia mi auguro che, nel frattempo, lo stesso consigliere abbia deposto quella sua infondata logica del sospetto che solitamente incrina la buona amministrazione, della quale egli è protagonista. Ricordo allo stesso consigliere Torri che l’occasione di un Consiglio comunale nell’esercizio delle sue prerogative costituisce un momento istituzionale, amministrativo, degno di decoro, pure nel linguaggio espressivo dei suoi componenti.
A tal proposito, mi trovo costretto a rilevare come la sindaca di Galeata, Francesca Pondini, pur assumendo la presidenza del Consiglio comunale in questione, non abbia avvertito la necessità, l’opportunità di richiamare il consigliere Torri all’uso di parole e locuzioni, più consone al luogo e al momento istituzionale. Resta il segno di un pesante atteggiamento di contrarietà all’informazione e alla libertà di stampa che nessun Comune o suo consigliere ha il diritto di stigmatizzare.
Franco D’Emilio