Fratelli d’Italia ha chiuso bottega a Forlì

Sede chiusa di Fratelli d'Italia a Forlì

Quasi in parallelo, come tanti negozi chiudono tristemente nel centro storico di Forlì, altrettanto ha chiuso bottega il Circolo di Fratelli d’Italia “Caterina Sforza” al numero civico 68 di corso Mazzini, via forlivese centralissima. Dunque, il centro storico porta sfiga al commercio, ma non dice bene neppure alla politica. Sembra ieri e appena dopo un anno e mezzo ha serrato l’uscio, salutato tutti e tutto questa sede di partito. Sembra proprio ieri, il 7 maggio 2022, quando FdI, già in crescita di consensi col vento in poppa e nella percezione del futuro trionfo alle politiche del successivo 25 settembre, inaugurava col taglio del nastro ad opera della futura, miracolata parlamentare Alice Buonguerrieri, contornata dal gotha dei “fratellini”, locali e no, compreso il deputato Galeazzo Bignami, incauto esibizionista in vesti da SS alla festa di addio al suo celibato nel 2005.

Un luogo aperto ai cittadini per i loro problemi e le segnalazioni”: questa la finalità del circolo nelle dichiarazioni della dirigenza FdI al maggior quotidiano locale. Adesso, neppure un mese è trascorso dalla chiusura, è inutile per qualunque cittadino bussare al civico 68 di corso Mazzini per dire la propria, ma, soprattutto, sono in difficoltà diversi iscritti forlivesi al partito della Meloni che non sanno più persino dove e quando andare a ritirare la tessera annuale d’iscrizione. Motivo di questa improvvisa chiusura la venuta meno dell’intesa o disponibilità di coloro che sostenevano economicamente l’apertura della sede: situazione, questa, determinatasi, così riferiscono diverse fonti, pure per talune problematiche, ombre nella stessa gestione forlivese di Fratelli d’Italia.

Anche le modalità di svolgimento del recente congresso provinciale di FdI hanno suscitato dubbi, addirittura sconcerto sul piano del pluralismo interno, contribuendo ad accrescere un clima di scontento e sotterranea conflittualità tra gli iscritti, ancora di più nell’animo dei militanti di più autorevole impegno. Oggi, nel forlivese, evito il termine triunvirato per rispetto della tradizione risorgimentale e della memoria dell’illustre Saffi, Fratelli d’Italia è nelle mani di una triade: Alice Buonguerrieri, segretaria provinciale, così in un inopportuno carico di ruoli da asso pigliatutto; il mutevole Luca Bartolini, coordinatore del comprensorio forlivese; infine, Vincenzo Bongiorno, coordinatore comunale su Forlì, onnipresente prezzemolino ovunque si batta un colpo.

Quindi, malumori, perplessità hanno portato alla chiusura del Circolo “Caterina Sforza”, adesso, come tanti negozi, tappezzato di fogli di carta per non far vedere all’interno il triste, rovinoso abbandono di tanto iniziale entusiasmo politico. Se a Forlì qualche iscritto o altri ha necessità di contattare Fratelli d’Italia, non resta che la possibilità di una telefonata ad uno della triade, altrimenti niente da fare! Nel frattempo, pare che sempre il vertice di FdI stia cercando in città una sede idonea per installarvi il comitato elettorale nell’imminenza delle amministrative ed europee 2024: però, si sa, un comitato elettorale non è pari alla sede di un partito; nel primo si sostengono scelte e finalità elettorali attorno a determinate candidature; nel secondo, invece, si svolge, almeno si dovrebbe svolgere il lavoro di una dirigenza politica, capace di agevolare quel dibattitto interno di confronto, mediazione e sintesi, poi alla base di qualunque decisione, comprese le candidature di ogni livello.

Alcuni riferiscono di una gestione padronale, molto personalistica, sempre entro una cerchia ristretta e, intanto, quasi pari ad una “cessata attività”, il Circolo “Caterina Sforza” ha chiuso mestamente, certo non un buon auspicio per le ambizioni di chi vuole affratellare i forlivesi nel segno della Meloni.

Franco D’Emilio

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