«Dopo le vane promesse da campagna elettorale di Zattini, i risultati sono sotto gli occhi di tutti: i negozi continuano a chiudere, il centro economico della città si è spostato e l’unico sforzo è l’enorme e vana spesa in lucine natalizie. Un fallimento totale, compreso il fronte della sicurezza, col fallimento dell’applicazione Falco e gli episodi gravi che abbiamo vissuto, ‘accetta’ compresa a pochi passi dall’ufficio del sindaco. In questo quadro la gestione del Verde e l’arredo urbano lasciano sconcertati: in piazza Dante, in piazza Morgagni non sono ancora nemmeno stati piantati gli alberi già previsti nel 2019 dall’allora assessore all’arredo urbano» attaccano Cristina Mengozzi e Alessandro Ronchi di Europa Verde Forlì.
«I tecnici comunali e l’assessore al verde non sono stati in grado di far rispettare le condizioni contrattuali dell’appalto che prevedeva la manutenzione e la sostituzione delle alberature a carico dell’impresa affidataria, con spreco di soldi pubblici e lasciando solo aiuole vuote. È ancora vuota anche l’aiuola in corso Diaz davanti al civico 142, nonostante o forse proprio perché corso Diaz è stato un simbolo della battaglia dei cittadini attenti al verde. Pur non di piantare un albero proprio davanti a quel civico l’assessore Petetta e i suoi tecnici hanno pensato di piazzare uno stallo per le biciclette, che potrebbe invece essere posizionato al posto della cabina telefonica rimossa» insistono i rappresentanti del sole che ride.
«Che dire poi di via Giovanni delle Bande Nere dove, uno a uno, sono stati tagliati in silenzio tutti i quattro alberi presenti, i due antistanti allo Sferisterio e da ultimo tre platani in via Gorizia? Oppure ancora i pesanti arredi neri di corso Mazzini (vedi foto), dove la mancata manutenzione ha fatto seccare le piante disposte al loro interno? Il centro storico si può rilanciare solo con la bellezza e restituendo piacevolezza al passeggio, non certo lasciando aiuole vuote o distese solitarie di cemento: piantate alberi e sostituite quelli secchi» il monito di Mengozzi e Ronchi.