Che palle gli intellettuali di sinistra ora a recriminare contro la loro emarginazione ad opera dell’attuale governo! Per decenni sono stati protagonisti unici, intoccabili della cultura italiana sotto l’ala protettrice della sinistra e dell’antifascismo, per questo, adesso, non sanno davvero rassegnarsi all’idea che nessuno più se li fili, addio l’esclusività di incarichi, ingaggi e contratti. Li trovo fregnoni e piagnucoloni questi, ormai appassiti, papaveri fuori stagione della militante cultura rossa, per troppo tempo opprimente con la sua presenza tanto salottiera, manipolatrice e monopolista perché convinta di una sua preziosa unicità.
Baldanzosi e spocchiosi sino a quando hanno avuto il gioco in mano, ora si lamentano, non senza la minaccia di portarsi via il pallone; addirittura scendono in piazza a protestare, inarrendevoli alla prospettiva che, pure nella cultura, dalla TV al cinema, dal teatro all’editoria, sia giunto il momento dell’alternanza, di quel cambio di indirizzo, ora pienamente giustificato dal successo elettorale della destra. Cosa pensavano, che la destra non passasse all’incasso pure nel campo della gestione culturale? Oppure, che la destra, perlopiù becera e incolta, come, da sempre, nel ritratto convenzionale ad opera della sinistra, non avesse nomi degni di rappresentare una propria cultura alternativa?
Nulla di più falso, perché da tempo tanti intellettuali di destra sono riusciti a sopravvivere e a farsi apprezzare, nonostante tanto ostracismo nei loro confronti: penso, giusto qualche nome, a Giordano Bruno Guerri, Marcello Veneziani, Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Giuli, Filippo Facci, Edoardo Sylos Labini, Francesco Borgonovo, Luigi Mascheroni, Beatrice Venezi; dal giornalismo al mondo accademico, dalla musica a diverse iniziative davvero innovative nel campo editoriale, dall’arte allo spettacolo, insomma, non c’è campo dove la destra non disponga di suoi intellettuali di buona caratura e credibilità.
Soprattutto, intellettuali di grande dignità, mai col cappello in mano dal potente di sinistra: ecco, mai dei volgari marchettari come, invece, adesso questi fregnoni di sinistra senza più protettori.
Franco D’Emilio