Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di alcuni genitori in risposta alle dichiarazioni fornite dall’assessora Casara e pubblicate dagli organi di stampa.
«La riunione che menziona l’assessora si è svolta in data 21 novembre 2023 in occasione della quale la dirigente del Servizio Scuola e Sport, Benedetta Squarcia, e Paola Casara stessa, hanno illustrato ai rappresentanti dei Comitati di Gestione dei Nidi e delle Scuole dell’Infanzia Comunali i possibili cambiamenti che avrebbero potuto interessare il servizio offerto nelle scuole a far data dall’anno scolastico 2024/2025. Tali proposte sono state definite come squisitamente esplorative, “atte ad avviare un percorso di riflessione in merito ad un’eventuale riorganizzazione…” da sottoporre ai rappresentanti dei genitori degli utenti destinatari di tali misure. Sebbene alcuni genitori abbiamo manifestato sconcerto rispetto alle proposte avanzate e siano più volte intervenuti motivando le critiche che non sono mancate, le stesse non sono state minimamente messe a verbale. Non vi è infatti traccia alcuna delle lamentele emerse nel corso dell’incontro nel verbale reso a gennaio. Anche questo definisce forma e sostanza del contendere.
Quando andiamo a recuperare i nostri figli da scuola, questi non sono mai impegnati in attività laboratoriali proprio perché l’orario è ormai tardo ed è giusto, a nostro avviso, che siano liberi di dedicarsi al gioco o all’autointrattenimento, attività comunque fondamentali tanto per lo sviluppo cognitivo quanto per l’acquisizione dell’autonomia. Se le attuali fasce orarie di ritiro dei bambini sono effettivamente caotiche, è perché non sono state adeguatamente rispettate le modalità di entrata e di uscita dai plessi. Sarebbe il caso di vigilare a che tutti si attengano ai provvedimenti vigenti invece di prevederne inutilmente di più rigidi e di concedere poi deroghe, eccezioni, situazioni particolari che lasciano trapelare un lassismo che, questo sì, mette in pericolo la sicurezza dei bambini e delle bambine affidate al servizio. Se davvero esiste un problema legato alla sorveglianza e se i soldi, come afferma l’assessora, non mancano, che si assuma allora del personale adeguatamente pagato a fornire un servizio di cui c’è impellenza.
Se è, poi, vero che il servizio pomeridiano è già da svariato tempo offerto solo a coloro che possono documentare di essere impegnati in attività lavorativa a tempo pieno, è pur pacifico che è inedita la richiesta di certificare gli effettivi orari di servizio svolto. Non è sufficiente lavorare a tempo pieno ma occorre persino dimostrare di essere ancora sul posto di lavoro per fruire di un orario di recupero maggiormente dilatato. Peraltro, entrambi i genitori devono trovarsi in tale condizione lavorativa. Recuperare, poi, a seconda della distanza, nell’affanno un bambino, o una bambina, o due, non è affatto salutare e precipitare persone già stanche nel traffico di punta, animate dall’angoscia di non arrivare entro la fascia oraria attribuita in base ai propri orari lavorativi, riduce ad una vita al cardiopalmo, senza contare quanto sia già spesso condannata alla solitudine da reti inesistenti. Non è di riposo che abbiamo bisogno, non dobbiamo mettere continuamente in discussione il nostro ruolo genitoriale che, semmai, anche in questa occasione, rivendichiamo ma è di supporto, di ragionevole accompagnamento e buon senso (non di eccezioni) quello di cui abbiamo davvero bisogno.
Preghiamo l’assessora di scusarsi con noi per aver ribadito che trattiamo i nostri figli come pacchi. La definizione è terribilmente offensiva e licenziare le nostre legittime preoccupazioni in questo modo deplorevole non è degno di un amministratore pubblico. Rispetto al tema della nanna sì o no nelle sezioni 4-5 anni, la Commissione Pedagogica non è ancora stata riunita. È stata convocata tardivamente per il 21 marzo. Ne consegue che, ad oggi, siano state unicamente interpellate le pedagogiste che sapranno, senz’altro, fare il loro lavoro ma i cui esiti, seguiti all’interlocuzione, ai genitori sono stati resi come fatto compiuto, senza alcuna possibilità di intervento o replica. Se è questa la partecipazione delle famiglie di cui si vanta l’Amministrazione, è allora inutile mantenere una Consulta e gli organi collaterali in quanto autoreferenziali e totalmente ininfluenti».