Esultate elettori forlivesi, Graziano Rinaldini, candidato sindaco alle prossime amministrative, ha un sogno per la vostra città, il vostro futuro. Certo, non illudetevi, non è né il sogno dell’I have a dream di Martin Luther King né quello della New Frontier di John F. Kennedy: da tempo, ormai, è trascorso il PD americaneggiante alla maniera di Veltroni, fumettistico Paperino della sinistra italiana. Neppure, illudetevi che il sogno di Rinaldini abbia un ampio orizzonte, il suo è necessariamente ristretto a mettere d’accordo un campo largo di alleati alla “io, Poldo e Baffino”, dunque non oltre la punta del suo naso, eccezionale a fiutare il business immediato, niente affatto, invece, lontane possibilità future. Ancora, non illudetevi che il sogno di Rinaldini sia prossimo a quello dello “stato ideale” de La Città del Sole, opera del filosofo domenicano Tommaso Campanella, dunque ad un grande progetto per un’ideale Forlì del domani.
Però, sì, è un sogno solare, seppur fuori dal sole dell’avvenire, infatti è un sogno fotovoltaico ovviamente al passo coi tempi, in linea con l’ecologia, la ricerca di fonti energetiche rinnovabili, non inquinanti: infatti, in un’intervista del 6 febbraio scorso, rilasciata all’emittente locale Teleromagna, l’ineffabile Rinaldini non esitava a dire “Poi il sogno: Forlì può diventare città piena di pannelli solari. Questo non è difficile poterlo fare. Naturalmente ci vuole l’incontro dei cittadini e delle imprese”. Tuttavia, né allora né ad oggi, il candidato sindaco della sinistra ha spiegato il piano, le modalità e le priorità, soprattutto le agevolazioni finanziarie per realizzare questo sogno solare.
L’ha buttata lì, giusto effetto per far sognare il maggior numero possibile di forlivesi, poveri creduloni, ma, sotto sotto, credetemi, c’è il solito fiuto aziendalista del manager del cooperativismo rosso. C’è profumo di affari, dunque diamoci una mossa, magari pure alla faccia di talune riserve degli ecologisti e del partito dei verdi; una Forlì, dappertutto lucida di pannelli fotovoltaici, proprio come nel sogno del nostro Rinaldini, così rapito dalla sua visione solare da portare, ora, sempre gli occhiali da sole, pure all’inaugurazione del suo comitato elettorale. Come nell’Estasi di Santa Cecilia, splendida opera raffaellesca, Rinaldini sembra estasiarsi elettoralmente in un “m’illumino d’immenso” di ungarettiana memoria.
Tutti comprendiamo i vantaggi nell’uso del fotovoltaico, fra l’altro oggi ricorre il primo compleanno della Comunità Solare di Forlì, ma lo sviluppo di questa utilissima tecnologia presuppone cautela nella distribuzione e localizzazione degli impianti, soprattutto in ambito cittadino, non esclusa la verifica della compatibilità con vincoli di tutela paesaggistica, architettonica e storico-artistica. Quindi, compagno Rinaldini, perché così incauto, azzardato a parlare di “città piena di pannelli solari”? Non è da provvido manager ricorrere ad una tale magistrale bufala.
Vogliamo pannellare anche il chiostro di San Mercuriale, orfano delle lunette, perse per l’incuria di un clero irresponsabile? Ancora, vogliamo, forse, nel piazzale della Vittoria pannellare la sommità del Monumento ai caduti e il basamento della statua di Icaro, facendo attenzione che tanta captazione solare non sciolga, seppur lapidei, non solo le ali, ma persino i “gioielli di famiglia” del mitologico pioniere del volo? E se pannellassimo pure gli spazi verdi dei giardini pubblici, ormai frequentati solo da anziani nullafacenti e badanti nel giorno di riposo?
Sia più cauto il compagno Rinaldini nelle sue esternazioni: tutte, non solo quelle luminose, fotovoltaiche, ma soprattutto quelle dove, per partito presso, egli dice tutto e il contrario di tutto di quanto sostenuto da Zattini, fra l’altro addebitandogli spesso, insensatamente e pretestuosamente, gravi responsabilità nel post alluvione.
Sia davvero più propositivo e fattivo, accenda una sola lampadina, quella di una sua idea concreta, realistica, ma tuttora ignota, per il proprio programma di candidato sindaco.
Franco D’Emilio