Compagno Graziano Rinaldini, candidato sindaco a Forlì per la sinistra, sono giorni che non la vedo, non la sento, neppure la leggo e, lo confesso, la sua assenza assordante mi incuriosisce. Mi chiedo chissà cosa mai lei possa star tramando elettoralmente per fare le scarpe al suo rivale Gian Luca Zattini.
Capisco che manchino ancora due mesi al voto del nuovo sindaco di Forlì, ma intanto è già alta, cresce nei forlivesi la febbrile domanda se continuare, così come ora, nel presente, guardando al futuro, oppure tornare indietro al passato con un salto nel buio rosso e nell’incognita che Dio ce la mandi buona: domanda questa davvero esistenziale, Zattini o Rinaldini? Il primo è attivo, vispo come un grillo, propositivo e promettente a iosa, lei, invece, mi pare scialbo, sciapo, elettoralmente moscio.
Finora, caro compagno manager Rinaldini, lei ha detto solo il contrario di quanto già fatto o nei progetti futuri del suo concorrente; poi non ha mancato di colpire basso il paziente Zattini, pugilisticamente e politicamente molto in basso, sempre addebitandogli infondate colpe, responsabilità di una cattiva gestione del post alluvione. Insomma, sinora lei è rimasto con l’acqua alla gola, ancora incerto se, sempre elettoralmente, guadagnare una riva e, finalmente, agire politicamente con i piedi per terra.
So che è al lavoro per fare la lista, fra l’altro con diversi nomi nuovi, da tempo sgomitanti e scalpitanti tra le fila del Partito Democratico; immagino quanto suo lavoro per comporre il puzzle delle rivali, concorrenti camarille e combriccole della sinistra locale, per questo non vedo l’ora di conoscere i nomi dei suoi candidati, tante dita da lei strette nel pugno pugnace della sua lista, tanto per dirla con le parole del poeta russo, anzi no, sovietico Majakovskji.
Pero, intanto, mi creda, batta un colpo, non lasci delusa la perenne seduta spiritica dei tanti compagni, evocatori di una voce, di uno spirito rosso che rinfranchi, tiri su l’anemico popolo della sinistra. Batta un colpo, compagno dirigente cooperativo Rinaldini, e dica, finalmente, una cosa nuova, sua originale, tutta farina del suo sacco, soprattutto “qualcosa di sinistra”, come invocato in un celebre film di Nanni Moretti. Infine, un consiglio, candidato Rinaldini: quando parla in pubblico si levi lo schermo degli occhiali da sole, gli elettori amano guardare i candidati nelle palle degli occhi perché dallo sguardo si capiscono le persone e tante altre cose.
Franco D’Emilio