Per la Meloni alle europee una ciliegia tira l’altra

Meloni ciliegie

Alla fine, mai video di propaganda elettorale fu così di buon auspicio, come quello delle ciliegie “Giorgia”, considerando che, da sempre, si dice che una ciliegia tiri l’altra, proprio come, adesso, i voti raccolti dalla Meloni a queste ultime elezioni europee: un bel paniere colmo che chiude la bocca agli avversari e contiene pure gli alleati. Un successo che coerentemente conferma il consenso delle ultime politiche alla nostra Presidente del Consiglio, alla sua politica interna e internazionale, ancora di più al suo impegno per mutare gli assetti dell’Unione Europea, sinora in mano ad una vessatrice accolita lobbistica, spuria di centrodestra, centrosinistra e centro liberale.

Male queste elezioni per la sinistra europea che si vede spesso superata o pressata da molto vicino dai conservatori e dalla destra, moderata o radicale che sia. Si rafforza proprio quel fronte al quale guarda con simpatia, ma soprattutto con tanto realismo politico Giorgia Meloni, decisa a concorrere attraverso i conservatori ad una politica comunitaria più attenta e in ascolto delle diverse esigenze o difficoltà nazionali dei paesi aderenti. La sinistra retrocede, o male arranca, perché inattuale nella sua proposta politica conformista, appiattita sul burocratismo governativo della UE: è vero che in Italia tiene il PD, ma ciò si avvera fuori dalla novità di una prospettiva nuova della sinistra italiana.

In Francia ha stravinto il Front National di Marine Le Pen, ora guidato dall’italo-francese Jordan Bardella, vedendosi, così, il presidente Macron costretto a sciogliere l’Assemblea Nazionale; in Germania prevalgono il centrodestra della CDU, subito a ruota seguito dalla destra radicale della AFD; in Austria altra affermazione netta della destra; Spagna, Grecia e Cipro, anch’esse sotto la pressione di una destra o più destre col vento in poppa. Dunque, una chiara, impetuosa sterzata a destra dell’Europa e in questo contesto Giorgia Meloni, assieme ai suoi alleati, risulta l’unico capo di governo ad aver vinto pienamente e con distacco le proprie elezioni europee.

La destra, o buona parte di essa, diventa in Europa l’ago della bilancia del rinnovamento e delle nuove nomine, utili a spazzare il vecchio establishment a gestione padronale dei destini del vecchio continente. Le prime proiezioni europee confermano, cosa importante, l’attuale coalizione del nostro governo, pur in presenza di un marcato calo di consensi alla Lega: questo, sicuramente, costituisce un buon auspicio, incrociamo le dita, per le amministrative di Forlì.

Intanto, è certo che la Regione Piemonte resta nelle mani del governatore di centrodestra Cirio; Bari e Firenze sono costrette al ballottaggio tra destra e sinistra per l’elezione del loro nuovo sindaco.

Franco D’Emilio

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