Nell’odierna atmosfera politica forlivese tira aria di beffa, di un maligno tiro mancino, ma chiamiamola pure presa per il culo del risultato elettorale, uscito dalle urne delle ultime elezioni comunali: possibile autore di tale colpo basso, udite udite, proprio Gian Luca Zattini, sindaco di centrodestra rieletto al primo turno, che io stesso nel mio piccolo ho sostenuto convintamente. Perché mai scrivo questo? Veniamo ai fatti.
Una situazione di difficile soluzione segna, blocca la definizione della nuova giunta e tale impasse pare ricadere sull’inamovibilità della Lega dalle sue richieste: conferma dei due assessori nella precedente sindacatura, supportata addirittura dalla pretestuosa, ma tattica pretesa di un terzo assessorato, nonostante alle ultime comunali abbia conseguito solo un terzo dei voti conseguiti alle amministrative del 2019, dal 24% a poco sopra l’8%; infine, la sostanziale riconferma della trascorsa giunta al motto che “non si cambia la giunta che ha già lavorato bene“.
A questo, poi, si aggiunge la posizione di Fratelli d’Italia, primo partito del centrodestra, ma in una condizione di fragilità per la contrapposizione ad esso, diversa nei presupposti, ma forse comune nella finalità, sia della stessa Lega che della lista La Civica di Zattini: sulla base dei voti ora conseguiti, la Lega è avversa perché alle strette per l’attribuzione proposta di un solo assessorato e della presidenza del Consiglio comunale, ma Fratelli d’Italia resta con sospettabile silenzio nella fase attendista di vedere come le cose evolvano, soprattutto nella speranza che qualcuno cavi per lui le castagne dal fuoco. E chi può proporsi e risultare, alla fine, probabile risolutore di tale situazione di stallo? Ma il buon Zattini, chi altro se non lui, ancora sindaco della provvidenza!
Tra i litiganti, si sa, solitamente il terzo gode, di più se nelle vesti e con l’astuzia, sottintesa, ma vigile, del vecchio democristiano, come nel retaggio politico del sindaco Zattini, che, adesso, può imporre quanto segue: La Civica, sua lista elettorale, è stata determinante con quasi il 15% dei consensi per la vittoria del centrodestra, erodendo, fra l’altro, consensi sia a sinistra che a destra; dunque, in presenza di conflittualità prolungata per la definizione della nuova giunta è, allora, responsabilità proprio del patron de La Civica scendere in campo e far valere il suo peso, salvando capra e cavoli con la carta degli assessori esterni ovvero personalità non elette, fuori dal consenso elettorale.
Si parla di 5 assessorati, due o tre su indicazione di Fratelli d’Italia e, altrettanti, su indicazione de La Civica zattiniana; nel primo caso, gira persino il nome di Luca Bartolini, anch’egli non candidato alle ultime comunali. In questo modo Zattini porrebbe fine ad ogni contesa, frenerebbe la Lega, conterrebbe e controllerebbe la destra di Fratelli d’Italia, ma, soprattutto, da parte sua premierebbe la presenza dell’area moderata di centro, presente nella sua lista e così ricompensata, oltre misura, con assessorati a proprie figure esterne. Dunque, una vera beffa a spese dei risultati elettorali, con un numero eccessivo di assessori designati dal sindaco, con l’abbandono, persino, di alcuni eletti, pure della stessa La Civica, giovani promesse, sinora in pectore, se non già in corsa per un assessorato.
Stando così le cose, incrociamo le dita che dopo le ultime elezioni non accada il peggio, quello nelle parole di Vittorio Gassman nel film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola: “il futuro e già passato e non ce ne siamo neanche accorti“. Ecco, l’amarezza potrebbe risultare proprio questa: che il futuro nuovo, promesso dal sindaco Zattini con la sua La Civica, sia già finito prima di avverarsi e noi elettori siamo stati beffati dai soliti, meschini bizantinismi della vecchia politica forlivese con addosso, però, il vestito buono, all’ultima moda di Gian Luca Zattini e Paola Casara.
Franco D’Emilio