Più che legittima la concorrenza tra le varie forze politiche, partiti o liste civiche che siano, innanzitutto perché costituisce il sale delle competizioni elettorali, poi perché cartina di tornasole per verificare attraverso il consenso elettorale quali siano la proposta e il programma più benevolmente accolti dai cittadini. Sono, infatti, la proposta e il programma a costituire la visione politica di ogni partito, offerta agli elettori perché comparino e scelgano, per questo, quindi, sempre apprezzabile la concorrenza che avvenga per la qualità di contenuti politici davvero innovativi poiché costruiti su fondamenta politiche nuove e non sul trasformismo opportunistico della vecchia, usurata politica, nazionale o locale, solo interessata alla propria sopravvivenza.
Ecco, La Civica di Gian Luca Zattini, lista ispirata dall’attuale sindaco forlivese di centrodestra, non solo ha riportato un significativo successo nell’ambito della propria coalizione, ma è, alla fine, risultata determinante per la complessiva vittoria elettorale perché unica forza politica realmente capace di competere con la sinistra, convertendone la parte più moderata alla bontà della propria visione futura della nostra Forlì. Il progetto civico elettorale di Gian Luca Zattini ha vinto una sfida a sinistra e contro la sinistra, sottraendone consenso cattolico e laico, altresì confermando quanto, in particolar modo a livello locale e nel voto amministrativo, la sola capacità di corrispondere con moderna attualità agli interessi reali dei cittadini, dunque fuori da triti, vetusti orpelli e condizionamenti ideologici e politici, possa animare e suscitare mobilità elettorale tra i due poli, molto statici, del centrodestra e del centrosinistra.
Il progetto civico del sindaco Zattini ha dimostrato come in medio stat virtus ovvero la conflittualità tra centrodestra e centrosinistra si risolva in quell’area moderata di mezzo, appunto di centro, ripartita tra destra e sinistra, ampiamente sovrapponibile e fluttuante, dunque sempre decisiva. Il progetto civico di Zattini è risultato vincente perché concreta e convincente espressione riuscita di un terzo polo, pragmatico e realista nell’affrontare le necessità cittadine. Alcune problematiche, emerse successivamente all’esito del voto e, particolarmente, al momento compositivo della nuova giunta, paiono, però, oggi di freno, se non di ostacolo alla piena espressione del progetto civico zattiniano: problematiche che la stessa lista La Civica ha dimostrato e dimostra contraddittoriamente di subire senza alcuna efficace replica. Procediamo con ordine.
Innanzitutto, dopo l’esito elettorale e dietro il successo de La Civica di Zattini è parso a tutti emergere, esprimersi il ruolo e pure la voce di chi, sino ad allora, supporter zattiniano nell’ombra, perché testimone e protagonista di una trascorsa, infelice stagione politica della sinistra, ma, da sempre, non solo convinto di poter, comunque, aspirare ad una propria resurrezione di autorità e potere politico locale, ma addirittura, cosa questa deprecabile, anche tenacemente persuaso di poter essere l’ago della bilancia e dell’agenda politica della stessa lista di Gian Luca Zattini. Gli elettori de La Civica, compreso lo scrivente, hanno così chiaramente percepito ridursi l’originalità innovativa del progetto civico zattiniano per l’evidente partecipazione interessata di taluno fuoriuscitismo dal PD, da Italia Viva e da Azione, quindi hanno avvertito l’evidente, sospetta, crescente natura politica ibrida della lista di Zattini rispetto alla sua vocazione iniziale: insomma, il timore che, del tutto o in parte, la novità del progetto zattiniano poggiasse sul tatticismo, il trasformismo, la manipolazione strumentale del trascorso potere locale.
Poi, nella trattativa per la composizione della nuova giunta La Civica si è rivelata soprattutto interessata a garantirsi i propri assessori, rimanendo pressoché ai margini della disputa, se non indifferente ai contrasti tra gli alleati Fratelli d’Italia e Lega: eppure, proprio nell’interesse attuativo del suo progetto La Civica di Zattini avrebbe fatto bene a manifestare volontà e capacità di mediazione, anche per non ingenerare nei medesimi alleati litiganti l’idea che essa avesse ordito contro di loro un inganno elettorale con parte della sinistra, magari per fare rientrare quest’ultima, toma toma quatta quatta, nuovamente al governo della città. Al contrario, si è lasciato spazio alle esternazioni avventate dei vari Mezzacapo (Lega) e Catalano (FdI), ben consapevoli, sin dall’inizio della campagna elettorale, della concorrenza a sinistra de La Civica, ma con tanta malafede solleciti a gridarne lo scandalo solo dopo la loro esclusione da ogni assessorato o presidenza.
Mi auguro che presto La Civica di Zattini recuperi la novità della sua visione futura di Forlì, risolvendo, pur in una scala di priorità e opportunità, le necessità più urgenti dei forlivesi: abbiamo bisogno di fatti, siamo stufi di aria fritta e rifritta, magari quella di taluni palloni gonfi, stragonfi di nulla e vecchiume.
Franco D’Emilio