A carico del generale Roberto Vannacci è stato confermato il provvedimento disciplinare, assunto dalle autorità militari prima della sua elezione al Parlamento Europeo: 11 mesi di sospensione dall’impiego con gli oneri dello stipendio dimezzato e della decurtazione di pari durata della propria anzianità di servizio. Motivo di questa sanzione il fatto che il generale sia l’autore del discusso saggio “Il mondo al contrario”, motivo di scredito nei confronti dell’Esercito, anche nel giudizio del ministro della difesa Crosetto. Vannacci ricorrerà in ogni sede contro questo iniquo provvedimento che offende il principio costituzionale della libera manifestazione del pensiero, fra l’altro espressa senza mai offendere, denigrare, tantomeno dubitare di alcun principio, alcuna autorità dello Stato.
Invece, il professor Christian Raimo, docente di storia e filosofia al liceo Archimede di Roma, già recidivo da un provvedimento disciplinare per talune affermazioni sul caso di Ilaria Salis, è stato ora sospeso dall’insegnamento solo per tre mesi con riduzione stipendiale del 50%. Eppure, in questo caso, le ragioni sono ben più gravi e manifestamente esplicite di oltraggio alle istituzioni e alla persona, quella di Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione, così definito pubblicamente dall’esuberante docente, sostenitore della sinistra radicale di Alleanza Verdi Sinistra: “cialtrone, lurido, repressivo e pericoloso” oltre che “bersaglio da colpire”. Vi pare che tali affermazioni volgari, faziose e palesemente minacciose rientrino nella libera manifestazione del pensiero, al pari di quanto pacatamente espresso dal generale Vannacci nel suo libro? Due pesi, due misure, vergogna!
A Roma nel VI Municipio, amministrato dal centrodestra, il parco verde di via Celio Caldo doveva essere intitolato alle vittime delle foibe e dei partigiani, invece subito, sollecitata dall’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, è intervenuta la potestà maggiore del Consiglio Comunale di Roma, chiaramente a maggioranza di sinistra, e, ohibò, detto spazio verde è stato subito intitolato “Parco delle staffette partigiane”, come qui da foto con il sindaco Gualtieri il giorno dell’inaugurazione. Tuttavia, il centrodestra alla guida del VI Municipio non si è arreso e subito ha replicato con la decisione di dedicare due aree verdi ludiche alla memoria di Giuseppina Ghersi e di Norma Cossetto, rispettivamente violentate e uccise da partigiani italiani e partigiani jugoslavi. Questa la via della conciliazione nazionale? Vergogna!
Sempre a Roma il celebre attore e regista Sergio Castellitto, notoriamente collocato a sinistra, è stato costretto alle dimissioni dalla presidenza del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, fondato nel 1935 di fronte a Cinecittà dai registi Alessandro Blasetti e Anton Giulio Bragaglia, dietro sollecitazione dell’allora capo di governo Benito Mussolini. Quello di Castellitto un vero flop sotto il peso di accuse non da poco: responsabile di “spese pazze”, dunque immotivate e inutili ai fini dell’attività del Centro; responsabile di favoritismo nei confronti della moglie Margaret Mazzantini con l’attribuzione di alcuni incarichi di consulenza; responsabile dell’assunzione del suo agente per un ruolo neppure previsto dall’organico dello stesso Centro Sperimentale. Castellitto ha commentato che torna a fare l’attore, dunque a recitare, più facilmente e con meno figuracce, la commedia dell’Italietta di sinistra, anch’essa integerrima solo a chiacchiere!
Franco D’Emilio