Tre galline e un gallo tra Ischia e la Romagna forlivese

caveja

Incredibile! Stamani, seppur in ozioso, gaudente soggiorno a Ischia, così propizio ad un dolce, sfacciato cazzeggio, tre galline ed un galletto spennacchiato, di sicura discendenza isolana, fra l’altro razzolanti e tra loro becchettanti in prossimità di una spiaggetta ciottolosa, mi sono parsi all’istante, chissà perché, incarnazione pennuta di quattro figure, in questi giorni litigiose protagoniste, direttamente o di traverso, del pollaio politico della Romagna forlivese. Proprio così, queste tre galline e questo galletto, un po’ arrendevole, poca cresta e scarsi bargigli penduli, mi hanno richiamato “tot un bot” tre sindache ed un sindaco della nostra amata, solatia, ma sempre più alluvionabile Romagna forlivese: delle tre sindache, una sola, Francesca Pondini, attualmente in carica a Galeata; le altre due, Marianna Tonellato ed Elisa Deo, rispettivamente e stizzosamente ex prime cittadine, la prima di Castrocaro Terme, la seconda di Galeata, per giusto ed implacabile volere elettorale; infine, lui, l’unico sindaco, Francesco Billi, ora in carica a Castrocaro, forse testimone di un anacronistico, logoro “patriarcato amministrativo”, tanto inviso alle due ex, Tonellato e Deo, notoriamente di sinistra e opposte agli altri due, entrambi di centrodestra.

Due coppie contrapposte per colore politico e, per questo, fra loro polemiche, tuttavia il sindaco Billi visibilmente defilato perché, senza volerlo, ritrovatosi nel mezzo di una baruffa tra agguerrite popolane, dove lui figura davvero misero don Abbondio, vaso di terracotta pressato da vasi di ferro. Da una parte, l’attuale sindaca di Galeata ha perso la pazienza di mite chioccia e, pure difendendo l’accomodante collega Billi, ha lanciato il sasso della denuncia dei ripetuti e maldicenti attacchi delle due ex sindache; dall’altra, apriti cielo, punte e indispettire sul vivo, meglio non scrivere dove, tanto, male che vada, ogni puntura brucia e rosica, le due ex, esuberanti e altezzose nel loro fascino di gallinelle ornamentali di razza moroseta, verificatene l’esistenza, subito hanno replicato, a stento dissimulando quanto ancora in loro la lingua batta sul dente dolente per la carie invasiva della personale sconfitta elettorale.

Certo, la sindaca Pondini aveva valide considerazioni politiche da far valere contro le due ex, ma, tutto sommato, con il suo j’accuse le ha pure tirate fuori dall’ombra politica della seconda o terza fila di scena, alla quale con tanta ostinazione non sanno minimamente rassegnarci, neppure col pensiero di riprovarci alle prossime elezioni. Ma, in fondo, sindaca Pondini, a lei, a Billi e, soprattutto, a noi tutti, cittadini comuni e solo vessati, cosa mai vale replicare alle insinuazioni, alle battutine saccenti, all’uggia pruriginosa delle due ex? Meglio lasciar correre, sono sempre i fatti, mai le chiacchiere a far distinguere il grano dalla pula o, ancora prima, dalla perfida zizzania oppure infestante gramigna.

Comunque sia, nessuno può ritenersi offeso dalla mia metafora di polli perché ne’ il richiamo ne’ il paragone con tali domestici pennuti risultano minimamente disdicevoli, magari offensivi riguardo a talune baruffe nel pollaio politico della Romagna forlivese: basta pensare come, poco distante da Ischia, nella dolce vita a Capri sul finire degli anni ’50, il principe di Notarbartolo e la marchesa Casati Stampa passeggiassero orgogliosi di condurre al guinzaglio, il primo una vezzosa gallina, la seconda un regale pavone, quest’ultimo pur sempre, in termini zoologici, ascrivibile tra i galliniformi. Non solo, come dimenticare che un bel gallo, già rappresentazione etrusca di autorevole comando e maschia operosità, sia sempre associato alla caveja, simbolo della terra di Romagna?

Infine, come tralasciare il valore economico delle attività avicole, così proficue sul territorio romagnolo, quindi lavoro e pane di tante famiglie del forlivese? Dunque, care sindache, ex e in carica, dunque, caro sindaco, costretto a tanta disfida di piccate colleghe, siate più degni del mondo gallinaceo, lo stesso stamani razzolante sotto il muretto di una spiaggetta ischitana, in cerca delle briciole di profumate sfogliatelle, divorate dai turisti sotto il primo sole trionfante sull’incomparabile golfo di Napoli.

Franco D’Emilio

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