Quel difensore forlivese dei vinti

Minutillo

Alla fine, non bastava più il successo del libro e di un crescente pubblico di lettori. Tutto rischiava di restare confinato tra gli scaffali delle librerie, prevalentemente condiviso da cittadini, politicamente di destra, o da quelle poche persone, che, nonostante di idee politiche diverse, magari opposte, fossero comunque capaci di leggere e giudicare con obiettività, senza preclusioni e, soprattutto, senza aprioristica, risorgente ostilità. Così Francesco Minutillo, autore del fortunato, coraggioso e certo discusso saggio “Anche i Fascisti hanno diritti. Settant’anni di processi al saluto romano”, ha deciso col suo libro, così audace e urticante, di affrontare in campo aperto, il giudizio autorevole di una commissione assortita e pluralista, quale, appunto, quella del Premio Letterario Internazionale “Città di Sarzana”, giunto quest’anno alla sua felice XII edizione sotto l’egida del Comune di Sarzana e con il patrocinio della Camera dei Deputati.

Concorso letterario di particolare e consolidato valore, bandito per la prima volta nel 2012 con l’allora governo cittadino nelle mani della sinistra, poi, dal 2018 affidato, ora sono due volte, ad una coalizione di centrodestra. Comunque, un premio letterario che nelle sue tre sezioni della poesia, narrativa e saggistica ha sempre dimostrato e continua a rivelare un lavoro esemplare di valutazione e giudizio finale. Francesco Minutillo ha deciso di parteciparvi, sottoponendo il suo “Anche i Fascisti hanno diritti” al giudizio critico dei commissari sarzanesi. Per lui era sorta di test se mai, ad una platea attenta e critica, fosse possibile parlare di diritti della storia, della memoria, della stessa ritualità commemorativa del Fascismo; se mai s’intravedesse, dunque, un’uscita dalla fogna nella quale l’antifascismo, perlopiù astorico e ostinatamente intriso di faziosa ostilità ideologica, ha sempre voluto soffocare ogni aspetto storico e sociale, politico ed economico della vita nel Ventennio.

Alla fine, l’avvocato Minutillo ce l’ha fatta e s’è visto premiato dal voto unanime della commissione giudicatrice che ha particolarmente apprezzato e sottolineato “gli spunti di analisi e dialettica” del suo “Anche i Fascisti hanno diritti”. Che dire, una bella soddisfazione per chi non ha mai nascosto né sottaciuto le sue simpatie verso la destra radicale, anche se, ormai, non più partecipe di alcun sodalizio politico né coinvolto da alcuna vicenda o interesse per la politica nazionale e locale; una bella soddisfazione per chi lungamente ha sostenuto la difesa legale di tanti cittadini, accusati di apologia del Fascismo per la sola esibizione del gesto rituale del saluto romano nel contesto di una manifestazione soltanto commemorativa, quindi nient’affatto costituente una pericolosa minaccia di ricostituendo Partito Nazionale Fascista.

“Anche i Fascisti hanno diritti” di Francesco Minutillo sicuramente ha preso il largo, sospinto dalla recente sentenza a sezioni unite della Corte di Cassazione che ha riconosciuto il diritto del fascista alla propria gestualità rituale di finalità celebrativa, ma adesso è andato ben oltre, affrontando il giudizio critico altrui: con il suo libro l’avvocato Francesco si è presentato a Sarzana come rappresentante e autore, degno e dignitoso, della parte dei vinti, degli sconfitti, evocando con le sue pagine parole di resurrezione e speranza, quasi a riscatto del “Sangue dei vinti” di Giampaolo Pansa. Sì, a Sarzana il tenace, irriducibile vinto Francesco Minutillo ha onorato la dignità di ogni cittadino, indipendentemente dalle idee professate, tutto questo dinanzi al gonfalone del Comune di Sarzana, decorato di medaglia d’argento alla Resistenza e nel ricordo di quanti, fascisti e antifascisti, caddero nelle terribili giornate del luglio 1921.

Franco D’Emilio

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