Alcuni gettoncini comunali a Forlì

Consiglio Comunale

A Firenze si è soliti dire che ti levano i rimbrotti di bocca se non, addirittura, gli scapaccioni di mano le persone maldestre che, magari, parlano a vanvera o bluffano. Anche a Forlì non sfuggono taluni comportamenti o affermazioni, meritevoli solo di censura e bei scapaccioni nella chiorba, così nel vernacolo toscano la testa vuota, zuccona, spesso avventata e strafottente di talune persone sfacciate.

Dobbiamo, per l’ennesima volta, parlare del Consiglio comunale di Forlì. Se prestate attenzione, basta guardare le registrazioni video disponibili, ad ogni seduta dell’assise ci sono alcuni consiglieri, sempre ritardatari, ma in tempo utile per risultare presenti, cosi da non perdere il “gettoncino” di presenza: si fermano per un po’, solitamente silenziosi o sonnecchianti, giusto a far flanella sui loro scranni, poi, alla spicciolata, levano il disturbo e sgattaiolano via, il gettoncino, comunque, al sicuro nella propria tasca.

Sarà pure di pochi euro il compenso previsto, come taluno si è voluto insolentemente giustificare, ma la dignità di un ruolo istituzionale elettivo, compreso il suo decoro partecipativo, prescinde dal compenso previsto: se ritenuto insufficiente, sarà giusta la richiesta di un suo adeguamento nelle sedi opportune; fuori luogo, invece, farne giustificazione di una negligente condotta ritardataria. Il buon esempio, innanzitutto.

Franco D’Emilio

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