Forse, chissà, ancora oggi che l’inganno è stato svelato ed il pericolo è scampato, magari si sveglia di soprassalto nella notte, atterrito e madido di sudore, stentando a convincersi che di nuovo sia stato solo un incubo e sul suo comodino non vi sia affatto la foto in cornicetta di Elly Schlein, sorridente con ampia, mordace panoramica dentaria sull’autorevole dedica “Al compagno Giovanni con simpatia la segretaria del Partito Democratico“. No, per carità no! Infatti, seduto sul letto, entrambe le mani nello scongiuro soccorrevole ai propri zebedei, quasi meglio pensare di tornare in coma!
Come dare torto e non confortare da tanto terrificante incubo Giovanni Mista, abitante a San Martino Valle Caudina in provincia di Avellino, a sua insaputa, ripeto a sua insaputa, nel 2023 nuovo iscritto al PD, proprio nello stesso momento nel quale, però, purtroppo per lui, egli risultava incapace di intendere e volere, dunque di scegliere e dire “lo voglio” perché in coma in ospedale per gravi ragioni di salute. Innanzitutto, un caro saluto e un augurio di ogni bene al nostro Giovanni, oggi ristabilitosi, ma, certamente, tuttora angosciosamente sconvolto di essere stato incluso tra gli iscritti piddini della federazione avellinese per fare numero, anzi no spessore, quello spessore di adesione politica, sempre più decrescente nel PD, ora solo misero succedaneo del glorioso PCI, come le uova del vile lompo rispetto al pregiato e nobile, vero caviale.
La federazione piddina irpina, colta con le mani nel sacco e, per la fortuna di Giovanni ed altri falsi iscritti, finalmente smascherata, si giustifica goffamente e tanto ridicolamente, parlando di omonimia o di un refuso, insomma uno sbaglio del proprio tesseramento che ha confuso un altro iscritto, questo sì vero, iniziali G.N., di più non posso scrivere, con Giovanni Mista, in sigla G.M. Insomma, che dire, soltanto un refuso pasticcione al 50% che, però, giustifica un rinnovato “fischi per fiaschi” del Partito Democratico? Intanto, mentre la federazione piddina di Avellino minaccia fulmini e saette a tutela della propria rispettabilità politica, il caso di falso tesseramento pare confermato ed esteso ad altri, possibili cittadini: così, al riguardo, il Corriere del Mezzogiorno scrivendo “oltre al caso di Giovanni Mista ci sarebbero altre persone ignare di essere state intestatarie di una tessera del PD“.
Da subito, quando ho letto dall’agenzia di stampa Ansa la notizia di questo eventuale imbroglio, subito ripreso da diversi giornali e notiziari tv, anche di portata nazionale, ho pensato che al Partito Democratico si fosse, forse inaspettatamente, rotta, a volte capita in qualunque cucina, la frittata di gonfiare il tesseramento, pescando con le mani nel sacco di cittadini ignari, come Giovanni Mista. Davvero a tanta pochezza i compagni del PD, sospinti dal rinnovamento della segretaria italosvizzerostatunitense Schlein, una e trina, ma non di pari unità e trinità divina? La notizia mi ha fatto pure amaramente sorridere, riportandomi alle miserie della Prima Repubblica quando, soprattutto in prossimità dei loro congressi nazionali, i notabili volponi della Democrazia Cristiana e i ras socialisti dell’era Craxi falsificavano il tesseramento, tuttavia almeno con l’accortezza, il buon senso di iscrivere soltanto defunti.
Adesso, si rischia di peggio, che, magari, qualcuno, guardingo, ma deciso, si aggiri pure nelle rianimazione degli ospedali in cerca di falsi iscritti perché, si sa, tutto in politica è cambiato e per un falso tesseramento, forse, tanta è l’impazienza che, adesso, meglio anticipare che aspettare l’imprevedibile fine. Chissà, Giovanni Mista potrebbe rivelarsi la piccola, imprevedibile pietruzza che ha bloccato un collaudato ingranaggio e, ditemi voi, se, come la barzelletta finale del “C’era un cinese in coma” nell’omonimo film di Carlo Verdone, adesso non si rischi di raccontare la storiella agrodolce, tanto triste di “C’era un iscritto piddino in coma“.
Franco D’Emilio