Ogni città ha spesso i suoi misteri, apparentemente inspiegabili, magari inquietanti, pure tenebrosi, così Forlì tra i suoi misteri, addirittura era sindaco Davide Drei per conto del centrosinistra, da molto tempo ne annovera uno, rimasto anch’esso senza spiegazioni e, tuttora, pesantemente pregiudizievole dell’attività di numerosi commercianti e della vita cittadina, gravitanti, appunto, attorno al luogo di tanto impenetrabile e insidioso arcano. Si tratta del mistero del parcheggio interrato nell’area del Conad Stadium, compresa nel piazzale Falcone e Borsellino.
Da anni, dunque, dal soffitto di detto parcheggio trasuda o essuda o gocciola, ognuno scelga il termine che più gli aggrada, del materiale morchioso, sicuramente acido, perché visibilmente corrosivo, come si evince, tuttora, dalle conseguenze sul pavimento in cemento e, soprattutto, dai danni alle numerose auto, ancora oggi parcheggiate da molti cittadini ignari di tanta insidia, vera spada di Damocle pendente sui loro automezzi. Nell’era di tanta indagine con elevata tecnologia l’origine di detta trasudazione o essudazione o gocciolamento resta un mistero impenetrabile: tutti, ormai, ci convivono e, potendo, ci girano al largo, quasi, ormai, si trattasse di un tabù.
E il tabù è la proibizione di parcheggiare proprio negli spazi, sovrastati dai punti trasudanti, essudanti o gocciolanti tanta nefasta morchia corrosiva e, per questo, appositamente segnalati, ma sempre in modo inadeguato e maldestro, in particolar modo a scapito di automobilisti, visitatori occasionali del centro commerciale. Così, si continuano a registrare danni alle carrozzerie dei mezzi parcheggiati, ma senza la possibilità di essere oggi indennizzati, come, invece, anni fa fu riconosciuto ad alcuni dipendenti Conad, ogni giorno per motivi di lavoro costretti alla sosta dei loro veicoli nel sottostante parcheggio.
Dopo un giro sul luogo di tanto mistero balza alla mente che, innanzitutto, si tratti dell’ennesimo caso di incuria, al quale si costringono tanti, utili spazi cittadini, quasi che quei punti di trasudazione, essudazione, gocciolamento di morchia schifosa fossero le stimmate cancrenose di una Forlì che soffre, abbandonata, le magagne appena segnalate da un segnale stradale o da una transenna, spesso vagante, insomma soltanto toppe peggiori del buco. Tutti sappiamo quanto, ovunque, ancora di più nel periodo delle festività natalizie, siano grandi la sete e la necessità di parcheggio, compresa l’area forlivese Conad Stadium, eppure, dai tempi del politicamente mancino sindaco Drei all’attuale centrodestrista sindaco Zattini, nulla è cambiato e nel parcheggio sotterraneo, in questione, rimbomba sovente l’eco dei santi di mezzo calendario, sacramentati dai proprietari delle auto corrose da detta, maledetta, perfida trasudazione, essudazione o gocciolatura.
Non più la tenace goccia d’acqua che scava la pietra, ma solo quella perfida e acida che danneggia incaute auto, ma non intacca minimamente l’inerzia, la faccia tosta di chi amministrativamente dovrebbe intervenire, risolvere e, invece, guarda altrove o si balocca con eccessi di luminarie e cotillons. Ci rimettono solo i commercianti e gli utenti dell’area commerciale interessata, fra l’altro, pure sempre meno oggetto di iniziative, pubbliche e private, che ne valorizzino e incrementino l’attività economica. Di questo passo anche per la zona del Conad Stadium si profila un’inesorabile prospettiva, la stessa della zona dei Portici: la squallida desertificazione. Tanto difficile provvedere a risolvere? Forse, il Comune dispone solo di tanta pregevole intellighenzia di spessore intellettualoide, ma di nessuna mente, capace di minime, banali soluzioni? Suvvia, diamoci da fare!
Franco D’Emilio