Plutarco, famoso storico e filosofo dell’antica Grecia, ha scritto Le Vite Parallele, nelle quali, abbinandoli in coppie, mette a confronto le biografie di uomini famosi, illustrandone pregi e difetti; stamani, mi convinco che possano anche scriversi e confrontarsi le storie parallele, purtroppo opposte, di Forlì e Predappio su un tema tanto attuale e sempre indice di premura, attenzione da parte di ogni buon amministratore: il recupero e la nuova finalità d’uso del proprio patrimonio architettonico, monumentale. Su questo tema il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini e il sindaco di Predappio Roberto Canali sono praticamente uno opposto, contrario all’altro, seppur in parallelo sul medesimo obiettivo di restaurare, entrambi, un complesso edilizio, da tempo abbandonato nel rispettivo Comune.
Il forlivese Zattini vuole il recupero del complesso del Monastero di S. Maria della Ripa, il predappiese Canali quello della ex Casa del Fascio; il primo, però, così almeno pare al momento, impegnandosi fattivamente, il secondo, invece, giuggiolandosi e gingillandosi nel nulla, senza muovere nemmeno un dito perché il restauro del monumentale edificio fascista predappiese esca fuori dal pantano dei problemi tecnici, finanziari, persino giudiziari nei quali e’ vergognosamente sprofondato da oltre un anno.
Ieri, accompagnato dai fidi scudieri-assessori Bongiorno e Cicognani, così riferisce la cronaca, il sindaco Zattini è tornato a Roma dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per spingere e sostenere ulteriori step, passi del restauro di S. Maria della Ripa: la notizia mi conforta e rassicura, seppur non fuga talune mie preoccupazioni e fondate perplessità, ma, perlomeno, mi induce alla fiduciosa attesa “se son rose fioriranno”. Al contrario, da sempre e ancora di più nell’ultimo anno, sulla vicenda del restauro della ex Casa del Fascio il sindaco predappiese Canali ha solo dimostrato di stare alla finestra, nella comoda attesa che siano gli altri, ovvero Regione Emilia-Romagna, Ministero della Cultura, a cavargli le castagne dal fuoco, compresa la soluzione, questa ad opera della magistratura, di una controversia giudiziaria con una ditta, affidataria di iniziali lavori conservativi.
A Predappio, da parte del sindaco Canali, soltanto il tombale silenzio pilatesco di chi si lava le mani e tace, neppure la minima decenza di dare qualche notizia, almeno aggiornare lo stato dello stallo nel quale è precipitata la volontà di recuperare a nuova destinazione d’uso un importante edificio storico di Predappio. Un silenzio che stimola e accresce legittimi interrogativi: Quali e di quale entità, sinora, i lavori iniziali? Quanto speso finora? A che punto la controversia giudiziaria in atto? E, ancora, tuttora in ballo o, invece, uscito fuori di scena lo Studio Valle di Roma, prezioso team di architettura, vincitore del concorso di ripristino della ex Casa del Fascio? Nel frattempo, nemmeno più una di quelle trascorse notiziole, degne della rubrica enigmistica “Lo sapevate che?”, sui ritrovamenti di chissà cosa all’interno della monumentale costruzione del Ventennio, durante i primi, recenti lavori di restauro: parti dell’impianto elettrico, vecchie pulsantiere, altri sorprendenti congegni, è mancato solo il ritrovamento certificato della tazza water, affidataria di illustri fondoschiena in camicia nera.
Il sindaco Zattini si muove, si da daffare su S. Maria della Ripa; il sindaco Canali nicchia, tentenna dietro il paravento fittizio di non essere coinvolto in prima persona nel restauro dell’ex palazzo fascista. Soprattutto, Zattini sente, interpreta, meno male, il dovere di buon amministratore, comunque partecipe di ogni aspetto del suo territorio, indipendentemente dal livello del suo coinvolgimento; Canali, all’opposto, se ne infischia, lascia correre, quasi nell’attesa che siano altri ad assumersi ogni responsabilità. Unica attenuante per Canali il fatto che la sua immobilità amministrativa sulla ex Casa del Fascio, come su altre problematiche, sia agevolata, se non assecondata dalla blanda, remissiva, pressoché inutile opposizione, attiva in Consiglio Comunale a Predappio.
La buona, efficace comunicazione tra amministrazione e cittadini è il cardine essenziale della democrazia, ancora di più del rispetto dovuto ai cittadini e alle loro aspettative, al loro territorio e alla loro storia. Invece, niente di tutto questo a Predappio: Canali ne fa carta solo straccia.
Franco D’Emilio