Forlì città di cancelli e cancellieri?

Galleria Mazzini

Dobbiamo davvero rassegnarci ad una Forlì, dove l’accesso a gallerie, passaggi privati, ma di uso pubblico, non è in ballo solo Galleria Mazzini, sarà di notte interdetto, sbarrato da cancelli od altra chiusura? Dobbiamo veramente prepararci ad una Forlì, dove dopo le ore 20,00 e prima delle 8,00 si sentirà il rumore metallico, cigolamene meccanico, seppur automatico, della chiusura o dell’apertura di ogni passaggio, galleria di utilità pubblica, magari pure segnalata da intermittenti luci giallastre di sicurezza con tanto di bip bip sonoro? Quale sinistro squallore!

Devono inesorabilmente adattarsi tanti proprietari condomini forlivesi ad un loro crescente impegno di “chiavatori” della propria porta, del proprio portone e, presto, del proprio cancello in galleria? L’impegno si fa oneroso, non certo piacevole, come forse sogghigna qualche malizioso, qui si tratta solo di chiavar casa nel senso di serrarla, chiuderla, come nella lingua volgare medioevale, anche dantesca: “io senti’ chiavar l’uscio di sotto a l’orribild torre…” (Divina Commedia, Inferno, XXXIII). Dunque, una Forlì di tanti chiavatori ed anche cancellieri, così già si chiamavano i responsabili medioevali dei cancelli di accesso ai tribunali o agli arenghi, quest’ultimi sedi di ogni pubblica concione.

Provate a farvi un giro per Forlì e vi renderete conto della numerosa presenza di passaggi, gallerie od altre simili situazioni, come Galleria Mazzini, perlopiù di proprietà privata, ma di consolidato uso pubblico e, purtroppo, oggi teatro di indecorosa, sospetta frequentazione e altrettanto disdicevole utilizzo. C’è davvero da chiavare, serrare a cancelli tanta Forlì e come, allora, conciliare tutto questo con la compostezza, la linearità dell’arredo urbano, persino dell’ornato pubblico, così dal ‘700 in poi si definisce il decoro stilistico urbano?

Parafrasando un celeberrimo film di Roberto Rossellini, ci attende una Forlì, città aperta di giorno e Rebibbia di notte, insomma una comunità in semidetenzione, libera al mattino e prigioniera la sera. Tutto questo perché, sinora, non si è saputo provvedere alla sicurezza dei cittadini, nonostante la disponibilità di forze di polizia, statale e municipale, e di vigilanza privata, nonostante la disponibilità di tanta tecnologia, sempre più perfezionata, efficace ed estendibile, dei sistemi di videosorveglianza; tutto questo perché da tempo, da molto tempo, la responsabilità politica è di tutti senza distinzione, non vi è stato alcun contrasto efficace alla cosiddetta tattica dell’istrice che, piano piano, entra nella tana altrui, usufruendo di benevola accoglienza, ma poi, rizzando gli aculei costringe a sloggiare i generosi ospiti: proprio la stessa tattica infiltrativa di tanto disagio sociale, di tanta devianza, di tanta microcriminalità che, attualmente, guasta gallerie e passaggi privati ad uso pubblico.

Qui si rischia solo di chiudere le stalle quando i buoi sono già scappati! Troppo incauto e tardivo improvvisarsi sceriffi, se privi di un piano complessivo per la sicurezza che sia provvido, efficace. Qui si rischia solo di improvvisare, tamponare in modo estemporaneo, magari rincorrendo, ad hoc, più le proteste e gli interessi che le proposte di alcuni cittadini proprietari oppure tirando fuori la provvidenziale, ma maldestra giustificazione che il disordine in gallerie e passaggi cittadini possa, in parte, addebitarsi a taluna banda giovanile, di provenienza extra cittadina.

L’assessore forlivese Giuseppe Petetta dichiara sempre aperta la porta del suo ufficio, intanto prende atto senza batter ciglio e liquida l’annunciato, definitivo silenzio di qualche associazione, finora concretamente impegnata sul tema della migliore vivibilità cittadina; l’assessore Petetta, bontà sua, si dichiara rispettoso delle “opinioni di tutti e l’impegno che ogni cittadino, ente o associazione del territorio dedica al rilancio e alla partecipazione di corso Mazzini”, intanto è sollecito, senza se e senza ma, ad aprire ai proprietari e all’amministratore condominiale della Galleria Mazzini, assecondandone la reclamata installazione di cancelli d’accesso, quasi il problema della sicurezza privata fosse materia sotto l’egida comunale e l’assessore competente un pubblico amministratore di surroga condominiale.

È poi davvero convinto l’assessore Petetta che la soluzione pasticciata della Galleria Mazzini con l’installazione di cancelli rappresenti la via giusta per la sicurezza cittadina, considerato l’ampio numero di analoghi spazi, passaggi, privati, ma di uso pubblico? Certamente soddisfatto Massimiliano Pompignoli, avvocato e consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ancora di più come proprietario di un appartamento in Galleria Mazzini, perché anch’egli favorevole ai cancelli “per calmierare (?!: n.d.a.) i passaggi notturni”, tanto più a spese del Comune di Forlì. Dello stesso Pompignoli incuriosisce, suscita pure perplessità la recente affermazione “L’assessore Petetta mi ha detto che le cancellate rientrano all’interno della progettazione complessiva per riqualificare corso Mazzini”: parole che non convincono e richiamano l’idea se mai gatta ci covi.

Franco D’Emilio

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