Nuovo corso del PD forlivese?

Enrico Monti Partito Democratico

Una settimana fa l’assemblea territoriale del PD forlivese ha eletto con voto unanime il suo nuovo segretario nella persona di Enrico Monti, già vicesindaco e assessore in carica del Comune di Forlimpopoli. Era l’unico candidato in corsa, con giusti titoli del potere cardinalizio di vertice piddino, dunque scontato che entrasse in conclave con la certezza di una fumata bianca a proprio favore.

Questo, fra l’altro, in perfetta continuità con la predecessora Gessica Allegni: come, infatti, quest’ultima ha cumulato la carica di sindaca di Bertinoro a quella di segretaria territoriale del PD forlivese sino alla nomina di assessora regionale, ahimè già se ne leggono e vedono incauti passi, alla cultura, così Enrico Monti risulta, ora, double face nelle sue contemporanee vesti di vicesindaco e di segretario piddino, quindi nell’inopportunità di riunire nella propria persona potere amministrativo e potere politico, di partito e non, secondo purtroppo una diffusa deprecabile pratica, esercitata però riconosciamolo, sia a destra che a sinistra.

Comunque, eccolo il compagno segretario Monti: occhialini e barba da intellettuale che sogna nuovi orizzonti; anellino al mignolino e multicolori braccialettini; persino, un orologio, giustamente cronometrato sul tempo della pace, evocato dall’iconico cinturino a più colori. Infine, cosa che, al momento, non guasta, pure farmacista con, a portata di mano, purganti e gastroprotettori, ansiolitici e rapide aspirine, rispettivamente utili a tutto il PD per digerire, mandar giù tanti bocconi amari e indigesti, per contenere l’insonnia e l’inquietudine di chi, ormai, sopravvive e non vince, per togliere quel cerchio alla testa, dovuto alla conflittualità delle troppe, contraddittorie idee delle numerose anime interne.

Unità, coesione sono, infatti, gli obiettivi dichiarati dal segretario-speziale, certamente non una novità, considerata la persistente, a volte vivace oppure sonnolenta e infida, dialettica interna: tuttavia tre obiettivi fondamentali per operare quel reale cambiamento del PD, auspicato sempre dal neosegretario, ma assente sia a livello forlivese che nazionale. Non dimentichiamo che alle ultime amministrative tanta sottesa mancanza di unità interna ha beffato il candidato sindaco piddino Rinaldini per solo 2.391 voti in meno rispetto a Zattini del centrodestra: un gap minimo che davvero ha irriso le attese del popolo forlivese dei compagni. Anche per questo non sfugga al nuovo segretario la necessità di impegnare di più, direi quasi costringere il suo partito, laddove non al governo delle comunità, ad un ruolo d’opposizione marcato e incalzante, altrimenti resterà vigna di poca uva.

Alla fine, il neosegretario Monti, farmacista terapista del marasma piddino, dichiara di voler recuperare i giovani, di voler contrastare l’attuale destra, così incapace e palese figlia di scuri retaggi culturali, insomma di voler guardare al futuro forlivese attraverso la via del socialismo e dell’antifascismo, della solidarietà e dell’accoglienza, sempre e, comunque, ad ogni costo: “sti cazzi!” direbbe il celebre Greg, grande capo indiano della popolarissima trasmissione radio 610, Sei Uno Zero.

Franco D’Emilio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *