A Meldola topi carogne tornate nelle fogne?

fascisti

Si sa, quando il gatto manca, i topi ballano e a Meldola, ormai da tempo, fanno davvero gran festa: tutta colpa del pessimo servizio cittadino di raccolta dei rifiuti nelle mani improvvide e maldestre della società Alea. Le conseguenze sono palesi, più sporcizia e puzza nelle vie meldolesi, dalla periferia al centro storico, per bidoni malamente svuotati e sempre più luridi; tutto più aggravato, spesso, dal mancato svuotamento e dal crescente abbandono di rifiuti da parte di cittadini non censiti. Complessivamente, una situazione che offende il decoro, la dignità sociale della vita quotidiana a Meldola.

Inevitabile, quindi, che quando il gatto, come chiunque con l’incarico di sorvegliare e regolare una comunità, non c’è, perché, magari, oziosamente soddisfatto da una generosa offerta padronale di bocconcini e coccole, allora tutti, insomma i topi escono fuori, tempo e spazio per rosicare ovunque, persino nella centrale piazza Orsini. Alea è assente perché incapace di gestire efficacemente la raccolta dei rifiuti a Meldola, latita dinanzi all’evidenza della propria dabbenaggine organizzativa e snobba spudoratamente il malcontento degli utenti, ritenendoli nulla di più che sudditi nel ruolo di “Pantalone paga e zitto, non rompere gli zebedei”!

Per carità, la situazione incresciosa di topi in libera uscita non riguarda solo Meldola, ma pure altri centri romagnoli, come il quartiere forlivese dei Romiti, dove, allo stesso modo, sembra ormai scontata la simbiosi tra uomini e topi, nemmeno ripercorressimo l’atmosfera di “Uomini e topi”, celebre romanzo dell’americano John Steinbeck nel 1937. Dunque, se assecondati, i topi ballano in Romagna, qualunque sia il colore politico dell’amministrazione locale, poiché Alea incombe e fa danni dappertutto col suo disservizio, costringendo destra e sinistra a far buon viso alla sua pessima gestione, tuttavia sempre più costosa nelle tariffe all’utenza.

Pensandoci bene, però, l’attuale giunta di sinistra di Meldola ha sicuramente un escamotage per glissare le responsabilità proprie e di Alea: i topi a Meldola sono l’inequivocabile metafora dei fascisti che con la destra meloniana al governo sono usciti allo scoperto, contro l’antico appello di tanta sinistra boccalona “Fascisti carogne tornate nelle fogne!”. Basta una derattizzazione antifascista? Invece, concretamente che fare, a Meldola e altrove dove i sorci fan festa, contro il maldestro servizio di Alea?

Pare che nella città natale di Felice Orsini sia pronta una petizione di 200 cittadini ad Alea contro la pessima raccolta dei rifiuti: petizione che il sindaco Cavallucci, bontà sua, non si sa se prima o dopo le feste natalizie, si è preso l’impegno di rappresentare, andando, addirittura, egli stesso di persona a Canossa a casa di Alea.

Anche questo è un segno dove ormai siamo precipitati: la politica e la gestione dei servizi ambientali di un territorio nelle mani di un gestore, non più in quelle dell’amministrazione locale e del suo programma. Che dire, vedremo se la petizione sortirà qualche effetto, se i gatti torneranno a cacciare i sorci. Diversamente, Meldola farà bene a gemellarsi con la città tedesca di Hamelin in Bassa Sassonia, sì proprio quella della leggenda del pifferaio, accalappiatore di ratti col suono magico del suo strumento. A volte, meglio un piffero al posto di tante vane promesse di Alea.

Franco D’Emilio

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