Prima di aprire bocca sarebbe sempre meglio ordinare le idee, anche assicurandosi che tutto sia logico, altrimenti si rischia di parlare a vanvera e far danno. A questa considerazione mi spingono le parole di ieri della consigliera Cristina Tassinari di Fratelli d’Italia, intervenuta sul costo delle luminarie natalizie in piazza Saffi, quindi a sostegno della maggioranza di centrodestra a Forlì del sindaco Zattini.
Ella è stata superbamente capace di tanto sommo pensiero: “Dei costi degli allestimenti non mi sento di dire che sono eccessivi. Ogni città ha provveduto a investire somme importanti in luminarie natalizie. Una piazza delle dimensioni della nostra come minimo prevede il triplo di spesa di città che hanno piazze più piccole”. Ohibò, parole sconcertanti, irriflessive che offendono i cittadini forlivesi di qualunque colore politico, inclini però a quel ragionevole buonsenso, a quell’opportunità della misura, certamente ignoti alla gentile signora Tassinari.
Sopraffatta dal campanilismo “sborone” che, addirittura, rispetto a tante piazzucole italiane, la forlivese piazza Saffi meriti davvero senza badare a spese di provvedere al suo fugace e futile “m’illumino d’immenso” natalizio, la consigliera FdI è apparsa azzardatamente dimentica come città, ben più importanti, ricche di Forlì e con piazze molto più grandi, non misurino affatto l’efficacia delle proprie luminarie sulla superficie dei loro metri quadri piazzaioli, quanto piuttosto sul buon gusto e, magari, sulla rinuncia a qualcosa per un aiuto a chi nell’impossibilità non dico di festeggiare, ma almeno di vivere serenamente il Natale.
Stando alle considerazioni dell’esponente meloniana e limitandomi a pochi esempi, neppure tanto noti, di piazze, molto più estese di piazza Saffi, mi chiedo quali luminarie, allora, dovrebbero mai avere piazza Duccio Galimberti a Cuneo (24.000 mq), piazza della Repubblica a Livorno (19.000), piazza Nazionale a Napoli (18.500 mq,) oppure piazza della Magione a Palermo (22.000 mq.), tutte largamente sopra gli 11.136 mq., dominati dalla statua del nostro triumviro Aurelio. Invece no, folgorata dalle luminarie piazzaiole forlivesi, Cristina Tassinari ha giustificato l’eccesso buzzurro del super lunapark natalizio forlivese, persino con un assist a favore di Andrea Cintorino, assessore dalle mani bucate agli eventi forlivesi.
A proposito, sempre ieri, Cintorino ha davvero volato alto, meno rasoterra del solito, cimentandosi in un’ardita e astrusa giustificazione delle scenografiche luminarie perché “forma artistica e un’architettura capace di valorizzare la forma ellittica del centro della piazza, le sue prospettive”. Azz … si chiude il cerchio, anzi no l’ellissi!
Franco D’Emilio