Agostino Bernucci

Agostino Bernucci è nato il 6 febbraio 1942 a S.Maria del Taro, Comune di Tornolo (PR). Casualmente, perché suo padre, Carabiniere, era continuamente trasferito. Le radici della sua famiglia sono invece nel Montefeltro. In chiusura di carriera la famiglia si è fermata a Forlì dove è sempre rimasta. È così nato in lui un interesse per questa sua città che col passare degli anni è diventato sempre più importante. Nel 1968 si è laureato all’Università di Bologna in Pedagogia e per decenni è stato insegnante di Letteratura Italiana e Storia nel triennio di diversi Istituti superiori della città, principalmente nel triennio dell'Istituto Commerciale “C.Matteucci”. È stato testimone della nascita del circolo culturale “E’ Racoz” e per decenni, fino al Covid, è stato membro del gruppo “Gli amici del lunedì”. Il suo interesse per la storia, soprattutto la storia di Forlì si è rafforzato con la pensione. Ha frequentato per diversi anni l’Archivio di Stato dove frugando e leggendo documenti su documenti, è venuto a conoscenza di tanti fatti importanti o anche solo curiosi. Oggi grazie (!?) al Covid, chiuso in casa, ha riscoperto tutto ciò che aveva raccolto ed ha scelto gli argomenti a suo parere più interessanti. La sua famiglia è composta da sua moglie, suo figlio, sua nuora e due nipoti Francesco ed Emanuele.

Il Palazzo Caldesi Valeri

Forlì Alto 4live

…C’era una volta… ma non è l’inizio di una favola! Sì, c’era una volta in Forlì fino all’inizio degli anni 60 del XX secolo, un edificio settecentesco che si ergeva fra Via delle Torri (il fronte) e girava in via Valerj (una volta), poi diventata Via del Teatro ed infine Via Mameli, fino all’inizio della Piazzetta Il Palazzo Caldesi Valeri

Yoshiko Fausta Beltramelli

yoshiko

Yoshiko Tetsu, alias Yoshiko Fausta (dopo la conversione al cattolicesimo), alias Yoshiko Fausta Beltramelli (dopo il matrimonio), familiarmente chiamata Cichita. Tutti o quasi, hanno scritto, nel bene o nel male, su Antonio Beltramelli, ma della sua vita privata non è stato detto quasi niente. Io cercherò con queste mio scritto di descrivere questo suo aspetto Yoshiko Fausta Beltramelli

Achille Sansovini grande imitatore dei classici

Forlì dall'alto

«Ebbi il grave torto imitando l’Isabella d’Aragona di dipingerla sulla tela, in tavola mi avrebbe certo procurato maggior soddisfazione, tuttavia ne vado lieto perché S.A.R. Umberto, accettandola da me in dono l’ebbe carissima ed osservandola manifestava a tutti il suo contento di possedere un quadro di Leonardo, diceva Lui…». Sono parole di Achille Sansovini e Achille Sansovini grande imitatore dei classici

Giuseppe Orselli (l’ultimo vero Orselli, poi Pasini-Orselli) un patriota forlivese

Stemma Orselli

Purtroppo è introvabile lo stemma a colori. Giovan Battista di Crollalanza (Dizionario Storico-Blasonico) nel 1866 così lo descrive: nel 1° d’oro, all’aquila di nero, coronata dello stesso; nel 2° d’argento, all’orso passante al naturale; colla banda d’azzurro attraversante sulla partizione. Forse qualcuno dei nostri lettori ricorderà che nell’articolo dedicato a Ferrante Orselli (1710-1766), il grande Giuseppe Orselli (l’ultimo vero Orselli, poi Pasini-Orselli) un patriota forlivese

Un misterioso cavaliere

chiesa del carmine

In Corso Mazzini, già Borgo S. Pietro, circa a metà dello stesso, si vede, sulla destra guardando la porta, una chiesa arretrata rispetto alla linea della strada. La sua facciata è grezza, a mattoni scoperti e priva di rivestimenti architettonici. Al centro un’unica porta sovrastata da un ampio finestrone arcuato nella parte superiore, ma è Un misterioso cavaliere

L’Arco del Rialto

Arco Rialto

È cosa nota che tanti hanno scritto su questo antico manufatto (l’arco). Noi vogliamo arricchire tutto questo con qualcosa di nuovo mai apparso e quindi inedito. Questa grande lapide che era posta sull’arco sotto il busto del Cardinale Merlini (Forlì 1690-Roma 1762), misura 2 metri e 21 cm x 1 metro di altezza. Lo spessore L’Arco del Rialto

Piazza Delle Erbe

Piantina Piazza delle erbe

È la piazza che oggi ha sostituito la “Piazza Grande”, ovvero “Piazza Saffi”, nella vita quotidiana della nostra città. Qui si è realizzato un incredibile incontro di persone e di attività. Piazza Saffi è oggi, ahimè, un deserto. I negozi sono quasi tutti chiusi, le banche pure. Aperti S. Mercuriale, il Palazzo Comunale, la Camera Piazza Delle Erbe

Un forlivese del passato, munifico e famoso Melchiorre Missirini

Forlì dall'alto

Ettore Casadei, nella sua guida “Forlì e dintorni” del 1928, scrive di un bassorilievo di Canova che era murato in alto nella prima sala d’avancorpo del Cimitero Monumentale. Opera dedicata da Melchiorre Missirini (ma lui preferiva farsi chiamare Melchior) a sua madre, morta il 4 giugno 1798. In anni successivi il pannello è stato posto Un forlivese del passato, munifico e famoso Melchiorre Missirini

Giacomo Santarelli, un architetto che ha lasciato un segno geniale

Foro Annonario Forlì architetto Giacomo Santarelli

Oggi qualcuno si è ricordato di lui. Infatti grazie al restauro del Foro Annonario si è tornati a parlare del suo ideatore e cioè di Giacomo Santarelli (1786-1859). Fino ad oggi è sempre sfuggito alla conoscenza dei più. Infatti se chiediamo ad un forlivese qualsiasi chi erano Giuseppe Missirini, Andrea Zoli, Giulio Zambianchi o Giacomo Santarelli, penso Giacomo Santarelli, un architetto che ha lasciato un segno geniale