Acque “parzialmente” eccellenti

acque parzialmente eccellenti

Ieri è uscito il report inerente alla qualità delle acque di balneazione redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente. I dati sono veritieri e soprattutto ottimi visto che il 95,5% del litorale italiano è stato classificato di qualità eccellente. Il restante 2,7% è di qualità buona, mentre solo lo 0,8% è in classe sufficiente e scarsa. Questo è il risultato delle analisi microbiologiche condotte nel corso di quattro anni (2019-2022) dalle agenzie ambientali con lo scopo di valutare la qualità delle acque di balneazione dal punto di vista sanitario. Attraverso le analisi di routine estive che si effettuano una volta al mese, viene classificata la qualità di ogni singola acqua di balneazione (eccellente, buona, sufficiente e scarsa).

I parametri microbiologici su cui si basa il monitoraggio sono le concentrazioni di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, batteri ritenuti indicatori di contaminazione fecale. Fin qui nessuno può obbiettare nulla sulla veridicità di queste informazioni né tanto meno sull’operato degli addetti ai lavori. Se però a tutto ciò aggiungiamo un altrettanta vera ed incontrovertibile informazione, il cittadino ha la possibilità di farsi un’opinione della situazione più completa. Altrimenti è coma assistito.

Per la classificazione della qualità delle acque di balneazione, l’iter tiene conto solo dei risultati delle analisi di routine ma non di eventuali sversamenti fognari in mare causati dagli strutturali scolmatori fognari, là dove presenti. Quindi succede che un’acqua può essere classificata di qualità eccellente sulla base dei 5 prelievi stagionali a norma nonostante in quei 5 mesi magari sia stato chiuso 15 volte alla balneazione per 18 ore con tanto di ordinanza del sindaco, proprio a causa degli sversamenti fognari in mare. Sversamenti rilevati automaticamente dal Comune che adotta le suddette misure preventive a tutela della salute pubblica. È tutto documentato puntualmente nei Report annuali di Arpae e i sindaci che le adottano sono quelli di Rimini, Riccione, Cattolica e Cesenatico.

Veniamo allora ai numeri per farsi un’idea della rilevanza del problema: l’anno scorso le aperture degli scolmatori fognari a Rimini furono 54. Tutti gli specchi d’acqua riminesi meno 2 (Marecchia Nord e Sud) sono stati classificati di qualità eccellente o buona. Riccione durante l’estate 2022 ebbe 10 episodi di sversamenti fognari e quest’anno acque eccellenti o buone. Cattolica la scorsa stagione ne ha avuto 16, nel 2018 per esempio le scolmate fognarie furono 30 e nel 2019 ben 21. Nonostante ciò quest’anno una sola acqua di balneazione è stata declassata e classificata sufficiente, ma attenzione, solo in base ai risultati delle analisi di routine, non per le decine di aperture degli scolmatori descritte sopra, perché quelle, come già detto, non influiscono affatto. Idem sopra per Marecchia Nord e Sud, l’iter non lo prevede, mai. A Cattolica quindi negli ultimi 4 anni, a parte l’eccezione suddetta, gli specchi d’acqua sono stati classificati di qualità eccellente o buona.
Volendo offrire un quadro documentato della riviera romagnola basta ricordare che nell’estate 2018 gli sversamenti fognari furono 152, nel 2019 in totale 160, nel 2020 si attestarono a 36, nel 2021 furono 34 e l’anno scorso 80. Tutti episodi di inquinamento microbiologico irrilevanti per la classificazione della qualità dell’acqua, cosicché tra un’acqua di balneazione in cui non avviene mai uno sversamento ed una invece in cui il problema è numericamente rilevante, l’eccellenza qualitativa è la stessa. Eppure nei fatti non è così e non dovrebbe esserlo.

Ma a ciò, per avere completezza del problema, vanno aggiunte le aperture degli scolmatori delle città lontane dalla cosa che non causano la chiusura e nemmeno risultano poi sulla carta. Là dove in pratica i sindaci non adottano le cosiddette misure preventive e dunque dove gli sversamenti in mare avvengono comunque ma che potrebbero essere rilevati da Arpae, solo in quell’unica data di prelievo mensile, quindi dal caso. È il caso degli scolmatori fognari di Cesena nel fiume Savio che poi arrivano nel mare “eccellente” delle località di Lido di Classe e Lido di Savio, quelli di Forlì che riversando i liquami quando piove abbondantemente nel Ronco, arrivando poi alla Foce di Fiumi Uniti e quindi alle località balneari dalle acque consecutivamente eccellenti da 4 anni come Lido di Dante e Lido Adriano. Il Rubicone recepisce gli scarichi dei Comuni di Gatteo, Savignano e Sogliano sul Rubicone. Così come per il fiume Lamone con i paesi che attraversa sfociando poi a Marina Romea o Santarcangelo di Romagna che scolma nel Fiume Uso che poi riversa a Bellaria. Quindi, di fatto, in alcuni specchi d’acqua la qualità dell’acqua è “Eccellente” solo perché non si tiene conto in alcun modo delle scolmature fognarie strutturali e ciò, in piena legalità normativa.

Giorgio Venturi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *