A Forlì grave offesa alla Parrocchia di San Biagio

San Biagio

Appena quattro giorni fa ricorreva il cinquantesimo anniversario della scomparsa di don Pietro Garbin, figura esemplare di uomo e di religioso che tanto contribuì alla rinascita materiale, morale e spirituale della città di Forlì alla fine della Seconda Guerra Mondiale: per questo alla memoria del caro don Pietro, fra l’altro primo direttore dell’Opera Salesiana forlivese, è dedicata a Forlì la piazzetta antistante la Chiesa di San Biagio con l’annessa casa parrocchiale; piazzetta sulla quale si affaccia anche lo spazio consacrato del sagrato, luogo d’incontro della comunità, soprattutto all’uscita dalla messa domenicale.
Luogo, quindi, simbolico di religione e civiltà, che adesso ha subito l’offesa di un atto di grande inciviltà e spregio.

Dalla foto, qui allegata, la sola che pubblico, si vede bene come contro la facciata della casa parrocchiale di San Biagio, anche imbrattando ad un’altezza ben sopra il primo gradino di accesso all’edificio, qualcuno abbia, volutamente e con la ricerca di un certo effetto, defecato o lanciato sostanza immonda contro il muro in questione.
Certo, chiunque abbia compiuto questa vergogna è solo un incivile miserabile, ma ritengo giusto fare alcune considerazioni: la prima è che, pur ammettendo una necessità o un’urgenza fisica, nessun malcapitato si libera a quell’altezza, innaturale all’occorrenza, ma cerca un angolo appartato ove accovacciarsi; la seconda è quella che tutto l’agire umano scaturisce dalla volontà e dalla coscienza del fare, quindi dalla consapevolezza dell’opportunità, pure riguardo, in questo caso, ad una necessità o urgenza fisica.

Invece no, volutamente in un punto di chiara visibilità ai passanti e a bella posta contro la chiesa parrocchiale, non so quando, l’autore ha inteso spregiare in modo immondo e con un atto sacrilego la Chiesa e la comunità forlivese di san Biagio, ma, in senso più esteso l’intera Chiesa Cattolica alla quale apparteniamo e nella quale ci riconosciamo come madre di valori, civiltà e cultura.
Da qui la mia convinzione che il gesto esecrabile compiuto derivi da un’avversione, forse, addirittura, da un’ostilità ideologica e/o religiosa contro la Chiesa.

Alcuni fedeli di San Biagio mi hanno inviato le foto, dichiarandosi sconcertati, avviliti ed io non ho potuto che interpretare il loro rammarico: ho un lieto ricordo della loro chiesa e della loro parrocchia che più di una volta hanno ospitato mostre storico documentarie, da me organizzate con l’amico Paolo Poponessi.
Spero che la piazzetta Don Pietro Garbin sia videosorvegliata da telecamere efficienti perché sarebbe allora facile risalire al prode miserabile, lui sì degno del luridume sparso.
Diversamente, non possiamo neppure rassegnarci che la dignità di Forlì degradi per l’offesa di qualche bestia con inutili sembianza umane.

Franco D’Emilio

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