Gli agricoltori e quelli che in tv non andranno mai

La protesta degli agricoltori è comprensibile, anche se molte delle politiche “europee” sono in realtà declinate in senso nazionale e andrebbero analizzate in modo accurato e razionale. A me interessa però rilevare che c’è una “categoria” che, pur colpita, non ha e non avrà voce, non essendo in grado di presentarsi come corporazione: i giovani. Leggo dal “Foglio” di ieri: “[il governo] ha reintrodotto le tasse (imposta di registro, ipotecaria, catastale, sostitutiva, di bollo e Iva) per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani under 36.

Ha aumentato l’Iva su pannolini, latte in polvere, prodotti per la prima infanzia e seggiolini”. Aggiungo: ha ridotto in modo consistente il numero delle borse del Servizio Civile Universale. È normale che i governi rispondano ai gruppi di elettori meglio organizzati e capaci di premere sull’esecutivo. Meloni non si comporta in modo diverso dagli altri. Appunto.

Roberto Balzani

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