«È una splendida notizia l’annuncio del Presidente della Regione Bonaccini, che ha dichiarato che le previsioni urbanistiche dovranno essere riviste sulla base della nuova mappa dei rischi idrogeologici. I Verdi lo chiedevano da mesi: occorre difendere il territorio e prevenire nuovi disastri, abbandonando strumenti di pianificazione datati anche decenni, che non hanno preso in adeguata considerazione i cambiamenti climatici. Accogliamo quindi con entusiasmo il fatto che la Regione abbia accolto la nostra proposta, con la decisione di adeguare i nuovi piani urbanistici alle carte che sta preparando l’autorità di bacino, nelle quali vengono mappate le aree a rischio alluvione alla luce dell’evento del maggio scorso. Noi già prima dell’alluvione proponevamo interventi per rendere più resistenti il territorio e più sicure le costruzioni, ma alla luce di quanto avvenuto è ormai chiaro a tutti quanto siano urgenti e importanti, non solo per salvare le popolazioni ma anche dal punto di vista della mera convenienza economica» è il commento di Maurizio Pascucci di Alleanza Verdi e Sinistra Cesena e Cristina Mengozzi coportavoce di Europa Verde Forlì Cesena.
«All’Italia costerà molto di più affrontare ogni anno emergenze, in termini di costi sociali, danni economici e problemi di bilancio, rispetto alla messa in sicurezza. Quanto si sarebbe potuto realizzare con 9 miliardi di euro in termini di difesa e miglioramento del territorio? Quanto ci costeranno in futuro i tagli del governo che ha tolto dal Pnrr 1,3 miliardi destinati al dissesto idrogeologico e 6 miliardi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni? La politica a tutti i livelli deve assumersi la responsabilità di proporre una visione di medio e lungo periodo. Difendere il territorio serve anche a creare un’occupazione stabile che ha diverse ricadute positive, ed è la scelta che farebbe qualunque buona madre o padre di famiglia alle prese con un investimento con ritorni sicuri» insistono.
«In attesa dell’aggiornamento di queste mappe di rischio è necessaria una moratoria che sospenda ogni nuova autorizzazione, e procedere celermente a sostenere il lavoro degli uffici tecnici, anche con un piano di nuovi reclutamenti per recuperare gli anni persi con il blocco delle assunzioni. Dobbiamo formare sempre più giovani sulle tecniche per arginare le emergenze che derivano dal clima, programmare interventi come le vasche di laminazione per lasciare più spazio di espansione ai fiumi in caso di necessità, verificare la sicurezza degli argini e delle opere a difesa dell’abitato, informare i cittadini sull’importanza della prevenzione anche su questo settore. Prevenire è meglio di ricostruire» concludono Pascucci e Mengozzi.